Bollettino archeo-antropologico sardo [di Carla Deplano]
La Sardegna, centro plurimillenario di rigenerazione, alimenta con integrazione cosmica tutto il Mediterraneo attraverso migliaia di invisibili cordoni ombelicali geomantici generati sul percorso Delfi-Karales. Le lito-interfacce telluriche energetiche e vibrazionali disseminate sul territorio sardo in corrispondenza dei pozzi sacri provano la scoperta dell’Acqua calda da parte degli Shardana, dominatori del mondo e lontani antenati di Ennio Porrino, che strapparono il primato ai Venusiani superandoli con le navicelle spaziali dette Pintadere, pilotate dai Bronzetti verdi con quattro occhi e antenne. Stando alle ultime indiscrezioni, alieni atlantidei e la setta degli Illuminati custodirebbero il Graal sotterrato dai Templari nella ziqqurat di Monte d’Accoddi e ci controllerebbero con le scie chimiche. È quanto emerge dalle indagini archeologiche terrestri e aeree concentrate a macchia d’olio sul Capoi Nord cofinanziate dalla Regione Sardegna. A Quartucciu, nel convegno di ufologia “Star Gate”, è stata finalmente chiarita l’origine dei 21 cerchi concentrici comparsi sulla spiaggia di Orosei: in tutto simili a quelli di Settimo S. Pietro e di Villaspeciosa, sarebbero vortici di plasma, frutto di tecnologie extraterrestri e manifestazioni di entità spirituali metadimensionali. I tre testimoni, figli degli scopritori delle Teste di Modigliani nel Fosso Mediceo di Livorno (1984 d.C.), raccontano di aver avvistato un meteorite e triangoli di luce in corrispondenza dei crops circles mentre si trovavano in camporella nelle campagne di Villaspeciosa. Dell’ultima ora la notizia del rinvenimento di un gigantesco fiore di catrame nel Golfo degli Angeli dirimpetto al molo Ichnusa durante i lavori di dragaggio per l’approdo delle navi da crociera. Il residuo del materiale compresso nel sottosuolo, che ha trovato una via d’uscita sul fondale raffreddandosi, sarebbe pertinente all’eruzione del vulcano sottomarino Itagatzu citato da fonti storiche (Platone e Frau) che ha provocato lo tsunami che ha sommerso la civiltà nuragico-atlantica ed estinto gli ultimi dinosauri, rifugiati nell’isola dopo la seconda glaciazione. Come è noto, dai tempi dei tempi in Sardegna l’entropia quantistica tra afflati metafisici promana una sensualità esoterica e dall’uovo cosmico si è generata in Barbagia una popolazione isolata che deficita dell’enzima g6pd a causa delle unioni tra consanguinei e in cui l’80% degli uomini ha più di 130 anni. Un gruppo di studiosi ha dimostrato che l’accorciamento della vita media delle ultime generazioni che popolano le zone costiere è dovuto alla recente emersione dal sottosuolo di un fluxus vortex di fattori esplosivo-vettoriali fallici legati al culto del dio Toro che, in contrasto con i vortici implosivi base della vita di Shauberger (come la spirale e l’elicoide nella necropoli di Montessu) penetrano e violano la materia, alterando meridiani e paralleli geomantici con micro tsunami genetici e psico-energetici. Alcuni genetisti si sono recentemente trasferiti in Sardegna per studiare i Nephilim noti come “Giganti di Monti Prama”. Questi, stando alle ultime indagini, non sarebbero i “figli di Dio” angeli del Libro di Enoch, ma i figli dei figli di Set che si mescolarono coi depravati “figli degli uomini” discendenti di Caino sterminati nel diluvio universale mentre Noè festeggiava il suo seicentesimo compleanno. Contro l’opinione comune che si tratti di neandertaliani sopravvissuti, prototipi dei Mamuthones, gli scienziati hanno scoperto che i Nephilim nascosti per 40 anni sotto il Museo archeologico di Cagliari appartengono ad una progenie pietrificata e geneticamente modificata, frutto di un’inseminazione artificiale operata da esseri interdimensionali rettiliani (per i Sumeri gli Annunaki, per gli ufologi gli abitanti di Nibiru) con stretti rapporti con la popolazione di Atlantide. Insomma, nell’Isola dei Misteri i misteri non finiscono mai e, a fronte del noto fenomeno del nanismo isolano, qui vivevano dei giganti che venivano sepolti in tombe altrettanto giganti con funzione curativa energetico-vibrazionale (da cui la Giganto-terapia ancora praticata in loco), oltre a delle fate che venivano sepolte in tombe minuscole in cui si celebravano riti tantrico-orgiastici con gesuiti euclidei vestiti come bonzi per entrare a corte degli imperatori della dinastia dei Ming. * Archeologa non praticante, antropologa e storica dell’arte
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Dimentichi sempre la colonia klingon, o quella Vulcaniana di Aggius dai recenti ritrovamenti,torna qui che ti faccio fare un giro sull’astronave madre! Abbiamo una nuova forma d’energia un gAs sprigionato dai fagioli fagocitati,poco inquinante molto efficace,ti aspetto! 🙂
Grazie.
la cosa che sempre mi sorprende è che nessuno ha fatto mai ironia sul fatto delle statue tenute in cantina per 40 anni. Certo queste teorie di cui si legge spesso in Sardegna sono strane , ma basta andare in Inghilterra per scoprire che ogni popolo ha la sua piccola fantasia archeologica. Quello davvero strano è il livore con cui ci si scaglia contro queste teorie ( da parte di molti e credo, anche dall’accademia) , energie da investire sulla tutela di un patrimonio in completo abbandono
Commento a “paolo”
1) Delle statue di M. Prama ampie notizie sono state edite, sia in sede scientifica che divulgativa, già poco dopo il rinvenimento negli anni ’70, e alcuni dei frammenti più significativi facevano bella mostra di sé nel Museo Archeologico Nazionale di Cagliari da quasi altrettanto tempo e fino all’inizio del lavoro di restauro pochi anni orsono, e da allora sono stati costantemente valorizzati in ogni opera divulgativa sulla civiltà nuragica. Il lavoro di ricomposizione è stato promosso dalle Soprintendenze non appena c’è stata l’occasione di disporre dei due imprescindibili elementi per realizzarlo: i fondi e i laboratori adeguati. Sarebbe più onesto che i dottissimi dilettanti che lanciano le accuse di abbandono in cantina confessino che mai prima ne hanno saputo.
2. Il ciarpame fantarcheologico che gira in Sardegna non sono “teorie strane”: sono balle spaziali
3. Il fatto che ne girino anche in altri paesi ci consente di lasciare che abbiano corso anche nell’Isola?
4. Il livore col quale gli archeologi VERI si scagliano contro le balle spaziali è più che giustificato: opporsi con la massima energia è un dovere morale nei confronti dell’opinione pubblica, che viene abbindolata da fanfaluche insostenibili
5. L’ultima frase è stupenda. Della serie “voi fate solo la tutela, e lasciate la scienza ai fantarcheologi”
La foto in copertina è un fotomontaggio, quindi un falso, chiaramente visibile per la diversa inclinazione dell’ombra del cranio e di quella della persona.
Detto questo, la disposizione geomantica dell’afflato tellurico che generò il nanismo insulare nel pleistocene col noto Elephas (Palaeoloxodon) falconeri (Busk, 1867), ed in Sardegna col Mammuthus lamarmorae, unico esempio di mammut nano ed elefante endemico del Mediterraneo appartenente alla famiglia dei mammut, e dato che negli ambienti insulari, i grossi predatori sono spesso totalmente assenti, il fenomeno del gigantismo insulare, più che alle scarse risorse offerte dall’isola (come il nanismo insulare) è dovuto all’assenza di fattori che inibiscano il raggiungimento di grandi dimensioni.
Per cui abbiamo ritrovato delle enormi teste di c…o negli scavi condotti un pò dappertutto in Sardegna, e se ne continuano a trovare.
Quanto agli scheletri completi, molti archeologi asseriscono di averli conservati nei propri armadi.
grazie Rubens per il tuo puntuale commento a Paolo (o Massimo che dir si voglia …): mi hai risparmiato la fatica! 😉
Colgo l’occasione per fare una risata in quanto l’articolo è volutamente provocatorio, va detto però che a queste cose c’è chi (tristi figuri) ci crede veramente vedasi ,complici anche droghe pesanti ed alcolici scadenti, la rivoluzionaria teoria del bidet nuragico convogliatore di fulmini . siete voi archeologi cattivi che volete nascondere la grandezza del popolo sardo negando le imprese degli Shardana dominatori dell’universo.