Dal “kie mori coddande” al blog interruptus [di Raffaele Deidda]

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L’assessore regionale dei Lavori Pubblici Paolo Maninchedda commentava recentemente nel suo blog: “Si noti per inciso che tutte le immagini sessuali della cultura popolare sarda rifuggono dalla tradizione europea che distingue i fottuti dai fottenti. I sardi hanno un sesso equilibrato e paritetico, dove ognuno fa la sua parte senza subordinarsi o sovraordinarsi all’altro”, per trarre la conclusione che: “Noi sardi ci amiamo per piacere paritetico, senza complicazioni. Morire mentre si ama, beatifica” (kie mori coddande, mori santu). Il sesso, precisa Maninchedda, “è divenuto spesso un simbolo, un’ immagine del mondo, un’ideologia e lentamente e suo malgrado è scivolato a occuparsi anche di politica, fino a poterla rappresentare”.
Dal filologo prestato da secoli alla politica ed oggi assessore queste considerazioni costituiscono metafora e insieme morale: “Ma si può ancora pretendere di morire beati in tempo di crisi?” Questo perché, sostiene Maninchedda, la Sardegna si sta dividendo fra chi è consapevole che dobbiamo produrre lavoro e reddito in una fase recessiva, cioè in una fase in cui non produciamo ricchezza e consumiamo risparmio e chi “evita accuratamente questa questione centrale ed enfatizza altri argomenti (oggi la Conservatoria delle Coste, domani qualche altra cosa)”. Sarebbe certo interessante sapere chi fa parte del gruppo dei gaudenti che “si disinteressano di tutto per il proprio piacere eternando la propria temporanea beatitudine” e chi, invece, dei consapevoli della necessità di “produrre lavoro e reddito in una fase recessiva, cioè in una fase in cui non produciamo ricchezza e consumiamo risparmio”.
Immaginiamo che l’assessore Maninchedda faccia parte del secondo gruppo anche in considerazione delle ultime considerazioni in materia di pareggio di bilancio che l’hanno visto esternare nei confronti di chi (a proposito, a chi si riferiva?) ha ancora fiducia in un Governo che prepara “trappoloni” col domandarsi: “Come si fa a restare autonomisti, piagnoni, protestatari e inconcludenti?”.
Andando per ordine, il quotidiano L’Unione Sarda ha pubblicato il giorno 21 luglio alcuni stralci dal blog dell’assessore riportando in particolare: “Il pareggio di bilancio? Una fregatura” .L’assessore Paolo Maninchedda mette in guardia la Regione: “Il Governo prepara trappoloni”. Il pareggio di bilancio che andrà a regime in Sardegna nel 2015? “Puzza di fregatura contabile”, perché nella sua applicazione sperimentale potrebbe rappresentare “un nuovo Patto di stabilità mascherato, ma per la Sardegna comunque fraudolento, perché incassi e accertamenti non sono quelli che sarebbero dovuti essere in base all’art.8 dello Statuto”.
Nella stessa giornata La Nuova Sardegna riferiva le dichiarazioni del presidente della Regione: Pigliaru: “Firmato il nuovo patto di stabilità con il ministro Padoan, ora lavoreremo per investire queste risorse nel migliore dei modi”. Il quotidiano ha riportato: Buone notizie per la capacità di spesa della Regione Sardegna: “Firmato il nuovo patto di stabilità con il ministro Padoan». Lo annuncia su Facebook il presidente della Regione Francesco Pigliaru”. Che continua: “Molto positivo dal 2015 in poi: siamo la prima Regione che passa alla regola dell’equilibrio di bilancio, un risultato che risponde perfettamente e rapidamente a quanto riconosciuto dalla Corte Costituzionale”.
Non è poi passato molto tempo che, sempre nella stessa giornata del 21 luglio, ecco l’articolo di SardiniaPost che riferisce delle nuove, per certi versi clamorose, esternazioni dell’assessore dei Lavori Pubblici: “L’accordo sull’equilibrio di bilancio è un grande risultato che realizza finalmente ciò che aveva sancito la sentenza della Corte costituzionale, e cioè che la Sardegna possa spendere integralmente l’ammontare delle proprie entrate.” Giudizio sospeso sulla fregatura contabile?
Per il momento d’interrotto c’è sicuramente il blog dell’assessore, non più accessibile a chi volesse verificare la corrispondenza fra le considerazioni scritte di proprio pugno da Maninchedda e le dichiarazioni riportate dalla stampa del tenore: “Il pareggio di bilancio è una fregatura” e “Come si fa a restare autonomisti, piagnoni, protestatari e inconcludenti?”.

 

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