Non si può barattare il cuore della storia con “su muntronaxiu” [di Maria Antonietta Mongiu]

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L’Unione Sarda 23/08/2014. Il futuro di Santa Gilla.

Santa Gilla è vittima di una latente quanto potente damnatio memoriae. E’ luogo denso di storia al punto che il nome di una santa è luogo topografico per eccellenza nelle geografie urbane. Fin dal 1275 quando i Francescani comprarono un terreno, tra il Corso ed il TAR Sardegna per costruire convento e chiesa, che ubicarono in Stampache versus Sanctam Gillam. L’ossessione a negare santa Gilla perché luogo punico la ebbero già i Romani ma nomi cartaginesi continuarono a persistere nel periodo imperiale.

Che dire di Tuvixeddu? Non esisterebbe senza santa Gilla. I Pisani distrussero nel 1258 la villa giudicale di Santa Igia e le sue velleità sovraniste che abitano in suo nome la nostra contemporaneità. Forse perché a santa Gilla si materializza quello che gli antichi chiamano genius loci, intricato intreccio tra natura e cultura. Lo pensarono uomini del neolitico che abitarono lo stagno dove lasciarono resti di pasto e microliti geometrici in selce e ossidiana, venuti in luce con il dragaggio, e tracce di un villaggio in viale Trieste. Forse lo stesso a cui riferire la punta di giavellotto in ossidiana rinvenuta nella messa in opera della sopraelevata in via Brenta.

Nell’attuale terra di nessuno peristagnale, centri dell’età del bronzo e del ferro, seppero utilizzare vie d’acqua interne (santa Gilla, Cixerri, Mannu) e una rete di percorsi sulla terraferma e intermediare con micenei prima e con fenici, greci, etruschi in seguito. E’ la stessa via d’acqua che Paulo Mendes da Rocha voleva utilizzare per collegare l’aeroporto con il Campus universitario e via Roma in tempi in cui progettare in grande non era peccato.

In via Brenta frammenti protocorinzi, corinzi, etrusco-corinzi, etruschi, greco orientali raccontano relazioni con greci, etruschi, altri fenici. Raccontano in realtà la fondazione fenicia di Cagliari nello scorcio del VII e VI sec. a.C.. Insisteva nelle aree di via Brenta, della Montecatini-Citta mercato- Centrale Enel, delle vie Simone, Garigliano, Po, nel Mattatoio, nel Campo Scipione, nell’Agip, nella Cementeria, in via san Paolo. Il perimetro tra Fangariu, stagno, Tuvixeddu, san Paolo, viale Trieste sarà nell’altomedioevo capitale del Giudicato di Cagliari. Gaetano Cima vi immaginerà il destino industriale della città strappandolo ad orti e vigne immortalati con immagini struggenti da Max Leopold Wagner nel 1906.

Ed oggi tanta storia di cui ho evocato un niente è barattata con un ecocentro ovvero con su muntronaxiu?

C’è inconsapevolezza simbolica nella mistificazione verbale. Luoghi così evocativi meritano altro. Si decida una destinazione più consona: percorsi natura, sport di cittadinanza, orti e giardini sociali.

A santa Gilla/Sant’Avendrace spontaneamente è in corso un forte recupero all’urbano. E’ la porta di Tuvixeddu che, oggi muto, sopravvive all’inadeguatezza contemporanea. Si elaborino un progetto ed una visione complessivi della città che paiono mancare o essere deficitari.

Non servono sons et lumières. A santa Gilla serve che qualcuno se ne prenda cura e la restituisca alla cittadinanza.

*Nella foto: Museo Archeologico Nazionale di Cagliari. Fittili votivi da un luogo di culto nello Stagno di santa Gilla

4 Comments

  1. Maria Luisa Vargiu

    Maria Antonietta Mongiu scrive della Cagliari antica ed il cuore gioisce e piange
    Ammirazione, commozione s’ intrecciano con l’ amarezza, per un Bene Grande ancora poco conosciuto e riconosciuto, che è ormai certezza.
    Citare il meraviglioso Max Leopold Wagner emoziona, consola.
    Per quel progetto con visione complessiva della città, e percorsi naturali, sport di cittadinanza, orti e giardini sociali …, volontà, competenza, tempo e… pecunia ci saranno ?
    Un sogno.

  2. Maria Antonietta Mongiu

    Carissima Maria Luisa, grazie mille per sue parole. Le mie sono dettate dal grande amore per Cagliari e la sua storia e dalla convinzione che deve prevalere su tutto l’interesse generale e la bellezza

  3. Maria Luisa Vargiu

    Non credo che ai lettori interessino i ringraziamenti ; spero che mi scuseranno se nel leggere questo bel commento di Maria Antonietta Mongiu, presidente del ” FAI Sardegna “, mi permetto di ricambiare.

  4. Mario Galasso

    Santa Gilla è un luogo della memoria e va preservato, e mi associo all’accorato appello di Maria Antonietta Mongiu. Ma nello stesso tempo mi chiedo: cui prodest? a chi giova che io mi preoccupi e mi associ agli appelli? ai politici locali interessa davvero preservare o maggiormente interessa costruire centri commerciali e quant’altro in nome del dio denaro?

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