Silos, addio? [di Franco Masala]
Anche in Sardegna, frequentemente, le strutture per il lavoro rivestono interesse architettonico grazie a una attenzione formale presente in numerosi stabilimenti paleoindustriali comprendenti miniere, tonnare, fornaci. Successivamente, nel Novecento gli opifici si sono ispirati all’Eclettismo o al Movimento Moderno ma non sempre questi singolari manufatti si sono conservati. A Cagliari sono perduti edifici risalenti al primo Novecento come la Birreria, non lontana da Villa Clara, progettata dall’ing. Lorenzo Leone con costruzioni dominate da un’altissima ciminiera, o il Gazogeno, il cui ultimo frammento Liberty, datato 1911, era visibile fino agli anni Ottanta nell’attuale parcheggio della piazza De Gasperi. Esistono tuttora, invece, edifici che si rifanno ad un’architettura funzionale di qualità, e tra questi esempi primeggia il silos del Consorzio Agrario di Cagliari. L’edificio, progettato dall’ingegnere Alberto Sanjust, fu inaugurato nel 1938 e utilizza la tecnologia moderna del cemento armato con fondazioni gettate su platea generale ad archi rovesci. Dal punto di vista esteriore ricorre a un linguaggio semplice ed essenziale: rivela infatti tratti distintivi razionalisti nelle finestre sviluppate in lunghezza, nella pensilina d’ingresso, nelle ringhiere metalliche, negli intonaci in graniglia colorata. Le ampie pareti libere erano utili per le grandi scritte propagandistiche del tempo, che pure appaiono quasi parte integrante del progetto. L’interessante edificio industriale ebbe anche l’onore della copertina nella rivista “L’Architettura italiana” (ottobre 1938, n. 10). Il programma triennale delle opere pubbliche approvato dall’Autoritá portuale di Cagliari destina circa 150 milioni di euro da investire dal 2015 al 2017. Meritori certamente appaiono l’estensione della passeggiata sul mare oltre il Molo Dogana e il completamento di strade e infrastrutture nella zona del Porto Canale. Preoccupa la ventilata demolizione del silos di via Riva di Ponente che ancorchè di minor pregio rispetto agli altri manufatti citati merita di essere conservato e ridestinato all’uso pubblico? Vorremmo che il cammino di Cagliari verso la designazione a Capitale europea della cultura passasse con proposte di salvaguardia e tutela. |
bravo franco
Ma di cosa stiamo parlando? Ma ci rendiamo conto?
Il punto è quello di stabilire se questo edificio abbia un pregio architettonico che giustifichi la sua salvaguardia. Io non sono un esperto del settore e perciò occorrerebbe un dibattito, il più ampio possibile, tra esperti. Dovrà essere poi “la politica” a prendere una decisione. A me il silos piace. Ha una sua eleganza e sobrietà. Nella nostra città ci sono edifici molto più brutti. Se c’è da investire per rendere Cagliari più bella cominciamo ad eliminare le cose più brutte!
Grazie a Franco Masala per queste segnalazioni degne di riflessioni.