Il prezzo del cardo [di Pietro Ciarlo]

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Per quanto riguarda la chimica verde, dal punto di vista dell’ agricoltura, degli imprenditori agricoli o, come preferisco dire, dei contadini sono assolutamente necessarie alcune informazioni che solo Matrica-Novamont può dare. Esse riguardano la quantità di cardo che intende acquistare e il prezzo che intende pagare. Senza queste informazioni è impossibile sviluppare qualsiasi politica pubblica e soprattutto si impedisce al mondo agricolo qualsiasi programmazione.

Vero è che la coltura del cardo non richiede impianti particolari, come un frutteto o un vigneto, ma bisogna pur sempre attrezzarsi e soprattutto fare le conseguenti scelte colturali e seminative. Quantità e prezzo sono sempre il punto di partenza. Basti pensare alle complesse negoziazioni sulle quote e sul prezzo del latte, per riferirci a qualcosa che ci è più familiare. Questo nodo è, poi, del tutto essenziale quando a ritirare il prodotto è un solo operatore come nel caso del cardo.

Ma non si tratta di solo di avere informazioni. Ove mai Novamont prospettasse un’effettiva richiesta di cardo, i coltivatori devono pretendere adeguate tutele contrattuali perché se l’unico acquirente dovesse poi venir meno sarebbe veramente indigesto dover digerire intere piantagioni di cardi.

Nessuno coltivi cardi senza avere ricevuto adeguata caparra confirmatoria. E con l’assistenza delle associazioni di produttori e delle istituzioni pubbliche, in primis la regione, bisognerebbe arrivare ad una contrattualistica ispirata alla formula del take or pay, cioè a contratti nei quali il committente è comunque obbligato a pagare il prezzo anche se non ritira la merce. Viceversa, se Novamont avesse piani industriali che prescindono dal cardo lo renda noto, facendo risparmiare a molti tempo ed energie. Sta anche noi fare in modo che Matrica sia effettivamente madre e non matrigna.

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