La memoria non è sempre corta [di Raffaele Deidda]

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Solo alcuni, per la nota caratteristica che contraddistingue i portatori più o meno sani di memoria corta, ricorderanno lo svarione in cui incorse Ketty Corona, l’ex assessore degli Affari Generali della Giunta Cappellacci, quando sostenne pubblicamente con convinzione che L’Ente Foreste della Sardegna fosse composto da “personale dello Stato”. Ignara del fatto che la Regione ha competenza primaria in materia di foreste e che, quindi, il Corpo Forestale regionale dipende dalla Regione e non dallo Stato. D’altronde la signora in questione era “solo” l’assessore degli Affari Generali, Personale e della Riforma della Regione! Perché mai avrebbe dovuto saperlo?

L’amarcord per riferire della richiesta di dimissioni del ministro della Difesa Roberta Pinotti da parte di Ugo Cappellacci. Il contesto è l’incendio che ha distrutto ben 32 ettari di macchia mediterranea a Capo Frasca, causato dalle esercitazioni militari in corso e in particolare, a detta del Corpo Forestale (Regionale), dalle scintille provocate dall’impatto sul terreno di un colpo inerte lanciato sul terreno durante le esercitazioni. La motivazione della richiesta di Cappellacci? L’incapacità del ministro a capire “che le servitù devono essere radicalmente ridimensionate e che le decisioni devono essere prese con chi rappresenta il territorio”. Con la conclusione: “La Pinotti ora tolga il disturbo e lasci spazio a persone più competenti e più inclini al dialogo”.

Ora, a prescindere dalla fondatezza della richiesta di Cappellacci, risulta a qualcuno che l’ex governatore avesse chiesto le dimissioni dell’ex assessore degli Affari regionali, Personale e Riforma per “togliere il disturbo e lasciare spazio a persone più competenti”? Sorge il sospetto che anche l’Aeronautica Militare abbia pensato che il Corpo Forestale fosse composto da “personale dello stato”. In quanto tale, tenuto a supportare le azioni di guerra simulata in Sardegna anche dai Paesi Nato. Sospetto non peregrino se, facendo ricorso alla memoria, ci si ricorda che l’ex ministro dell’agricoltura Zaia, dovendo venire in Sardegna per un tour elettorale con Cappellacci, aveva richiesto al Corpo forestale autovetture ed autisti per se stesso e per tutto il suo seguito. Richiesta gentilmente respinta dalla Regione con l’invito a servirsi di taxi o di altri mezzi privati. Non risulta che Cappellacci avesse chiesto, in quell’occasione, le dimissioni del ministro Zaia. Ma tant’è.

Mentre è difficile ritenere che Cappellacci abbia credibilità, non poche perplessità desta l’autorevolezza dell’attuale Giunta in relazione, particolarmente, alla vicenda delle bombe di Capo Frasca. Per quanto inerti, capaci di distruggere 32 ettari di territorio sardo. Anche perché in questo caso la memoria è meno corta, essendo il ricordo della seppur breve campagna elettorale di Francesco Pigliaru molto presente. Difficile dimenticare espressioni del tipo: “Chiusura di Capo Frasca e Capo Teulada e specializzazione del Poligono del Salto di Quirra” e anche: “Lo Stato paghi per intero il costo delle bonifiche”, a fronte di 32 ettari di territorio sardo in fumo e con l’assimilazione dei poligoni militari alle aree con destinazione industriale.

“Inaccettable”, “inconcepibile”, attivazione di “interlocuzioni forti” col Governo, le dichiarazioni della Giunta regionale. Sono queste le “dure” reazioni che i sardi si attendono dai propri rappresentanti voluti come alternativa al “pronismo” di Cappellacci ai beceri governi di centrodestra? Basta ai sardi la solenne dichiarazione di Pigliaru che tra le richieste al ministro della Difesa “c’è quella di prolungare il blocco delle esercitazioni, anticipando l’inizio al primo giugno e posticipando la conclusione al 30 settembre”? Poi, bombe o non bombe, ritiene la giunta Regionale, insieme agli alleati “sovranisti”, di dover ossequiosamente ottemperare all’accordo col Governo in cui la Regione “si impegna a ritirare entro il 16 settembre 2014 tutti i ricorsi contro lo Stato pendenti dinnanzi alle diverse giurisdizioni” a fronte delle macroscopiche (e violente) violazioni operate dallo Stato stesso?

Sicuramente la Sardegna ha bisogno di buoni giuristi, di umanisti, di scienziati e di validi economisti nelle Università, per la trasmissione di saperi indispensabili alle future classi dirigenti. Altrettanto bisogno ha oggi, però, di una classe dirigente che oltre le conclamate competenze possa vantare una reale capacità di rappresentanza delle esigenze e degli interessi dei sardi.

One Comment

  1. fra

    Però considero pienamente condivisibile il discorso di Pigliaru ieri in Consiglio Regionale, tecnicamente e politicamente ben strutturato.
    Pigliari mette la Sardegna su un percorso di affrancamento politico netto e chiaro, detto con toni misurati ma inflessibili. Mi sento di dirgli “bravo” e mi auguro che raccolga consensi ampi.

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