Dal passato possiamo trarre indicazioni su politiche di sviluppo per la Sardegna? [di Tore Corveddu]

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Pubblichiamo l’abstract dell’introduzione di Tore Corvedduella Alla Tavola Rotonda C’è ancora spazio per l’industria? Per quale? al Convegno Come creare lavoro? Quale? che si terrà a Pattada Venerdì 12 e Sabato 13 settembre all’Hotel La pineta nell’Edizione 2014 de S’Ischola de su Trabagliu, organizzata dall’Associazone culturale LAMAS (NdR).

Gli effetti della crisi finanziaria sull’economia reale hanno stimolato, nel mondo occidentale e nei paesi più sviluppati, un rinnovato interesse verso la POLITICA INDUSTRIALE come strumento per attenuare tali devastanti effetti.

In Italia tra i soggetti istituzionali e sociali – in molti e trasversalmente – si continua a richiedere un intervento pubblico che aiuti le imprese a recuperare competitività, spesso senza riconoscere che i problemi dell’economia nazionale sono strutturali, e ancor più nella nostra regione, e che la crisi ha reso solo più gravi.

Questo tipo di richieste, sempre più vane, e figlie di una logica che corrispondeva ad aiuti di stato diretti a specifiche imprese, sono via via venute meno sotto la spinta della Commissione europea. In qualche caso, e solo con l’intento di rispondere a precise esigenze congiunturali, è ancora possibile adottare misure specifiche ma è sempre più complicato tornare surrettiziamente a quelli che erano, appunto, aiuti di stato.

Eppure anche in Italia, a partire dall’inizio del 2000, si è tentato di trasformare le politiche centralistiche in politiche orizzontali, con l’intento di un più ampio e responsabile coinvolgimento dei territori, privilegiando le azioni volte proprio alla riduzione degli squilibri territoriali, alla maggiore tutela ambientale, alla ricerca e innovazione, alla formazione.

Qualcosa è stato fatto ma, purtroppo, queste parole chiave appaiono più gridate che praticate e, al di là degli annunci, le risorse messe in campo si sono dimostrate assolutamente esigue. Il quadro che ne deriva è di un Paese che viaggia verso la deflazione, con una disoccupazione sempre più difficile da gestire, e per la nostra regione la prospettiva industriale è tutta sotto la lente dell’emergenza, e laddove ci sono segnali di presunta innovazione (es. chimica verde) appare che non si voglia fare chiarezza su alcuni punti fondamentali. Nella messianica attesa degli eventi.

Oggi anche per la Sardegna appare necessario un cambiamento significativo, che implica il superamento di alcuni processi produttivi, di imprese che avrebbero dovuto liberarci da un certo tipo di lavoro creando nuove e innovative intraprese. Questo appare tanto più necessario quanto più il nuovo approccio europeo alle politiche industriali, ritardi inclusi, non costituisce un ritorno a modalità tradizionali sia nel senso interventista sia anche del mantenimento di alcuni processi produttivi.

Con questa introduzione vorremmo provare a fare un’operazione che anche nel frammentato dibattito sardo appare in termini espliciti:

possiamo vedere se le cose che abbiamo imparato possono essere usate profittevolmente per trarre indicazioni su politiche di sviluppo per la Sardegna?

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