La Germania e il commercio con le armi [di Aldo Magnavacca]
Il primo settembre 1939, la Germania scatenava la più grande guerra della storia umana L’opinione pubblica ne prende atto e passa avanti. L’ha detto Papa Francesco: La guerra mondiale non è mai finita e continua a pezzettini. Uno dei pezzettini più roventi di questo conflitto mondiale permanente si svolge in Iraq. In quel Paese, dove gli americani hanno fatto tabula rasa, eliminando uno dei dittatori più pericolosi del mondo che però era già stato loro alleato e acquirente privilegiato proprio di armi americane. Saddam Hussein, dal profondo dell’inferno, dove sicuramente sta bruciando per l’eternità, trova ora addirittura motivo di farsi qualche risatina. Il Paese, che è stato sottratto al suo potere dagli americani, sta ora, infatti, peggio di prima. Un intricato sistema di etnie, sfaccettature religiose, clan che si contrastano, fa di questo Paese una regione ingovernabile. Il pugno di ferro del dittatore teneva unito ciò che unito non voleva essere. Dopo la sua eliminazione, gli americani hanno abbandonato l’Iraq semidistrutto e privo di un’educazione civica che lo orientasse verso una democrazia di stampo occidentale. Mentre la diplomazia mondiale ha osservato, inerme, come le lotte intestine tra sciiti e sunniti, e curdi e islamisti radicali, portavano il Paese allo scatafascio col potenziamento della falange più agguerrita, ora dichiara senza arrossire il proprio fallimento, preferendo l’armamento di una delle fazioni in lotta. Quando si regalano carrarmati, la ragione ha fallito. Hanno fallito anche la moralità tedesca, la diplomazia tedesca, la politica tedesca. Il Governo Merkel ha nuovamente ingoiato la SPD di Gabriel. Nessuno se ne vuole ricordare, ma la SPD guidata da Schröder si era rifiutata di sporcarsi le mani di sangue nella guerra d’invasione dell’Iraq voluta del cowboy Bush Junior. I servizi tedeschi avevano informato il Cancelliere Schröder che la storiella delle armi chimico-nucleari accumulate da Saddam era proprio quella, una storiella banale. Banale ma mortale. Tornano le parallele. Anche i nazisti nel 1939 parlavano di un atto di difesa, quando scatenarono la guerra più sporca della storia. Anche gli americani s’inventarono un attacco vietnamita quando decisero di dare fuoco col napalm a quella parte dell’Indocina. Ma insomma, non abbiamo capito niente? Apriamo il giornale che ci racconta di trenta milioni di Euro di armi tedesche mandate ai curdi per combattere i terroristi dell’IS mentre il mercato del petrolio è pieno di clienti che proprio da questi terroristi, tutti i santi giorni, acquistano petrolio greggio come il pesce surgelato al supermercato. Paradosso segue a paradosso. Il tema centrale nell’Unione Europea è la crisi del lavoro. Draghi e Merkel sono giunti al braccio di ferro. Però, se si tratta di sganciare una trentina di milioni di Euro in siluri e bombe a mano, i cordoni si aprono. Ma quanti programmi per l’occupazione giovanile si potrebbero finanziare con trenta milioni? Ma quanto costano i diplomatici, i servizi segreti, i satelliti spia e tutto lo strumentario inventato per salvaguardarci dai conflitti armati? Una barca di denaro. Denaro speso inutilmente poiché, alla fine, si ricorre comunque alle armi. La Cancelliera Merkel ha spiegato al Bundestag, il primo settembre scorso, la sua decisione di armare i curdi. L’ha fatto con la pacatezza di sempre. Ha cercato di convincere tutti che le armi tedesche servono a salvaguardare gli interessi della Bundesrepublik Deutschland. Quella Bundesrepublik nata sulle macerie della guerra mondiale al grido di “Nie wieder Krieg”! Mai più guerra. Sì, mai più guerra, ma solo sul suolo della Germania. Quella Germania che la storia aveva stabilito essere la patria del pacifismo mondiale. La cancelliera Merkel non ha risposto alle domande dell’opposizione capeggiata da Gregor Gysi quando gli chiedeva come mai non avesse invocato il Consiglio di Sicurezza dell’Onu, invece di mettere mano alle armi. La Cancelliera non risponde e può permetterselo in un Parlamento congelato dalla “Grosse Koalition”, questa sorta di società di mutuo soccorso per la tutela della gestione del potere politico in cui soprattutto la Spd ha perso definitivamente la sua anima. Saddam Hussein ride dal profondo dell’inferno. Willy Brandt si rivolta nella tomba. Il popolo tedesco va all’Aldi e compra le matite per i bambini che si accingono a tornare a scuola. Una scuola in cui la materia “Friedenserziehung”, Educazione alla pace, non ha mai fatto ingresso.
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