Venerdì 26 settembre alle 17:00 Spazio Search: la voce dei Siriani nel cuore di Cagliari [di Federico Dessì]

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Venerdì 26 settembre alle 17,00, Spazio Search-sottopiano del Municipio di Cagliari Largo Carlo Felice – parleremo dell’emergenza umanitaria che riguarda i Siriani. Nel corso dell’iniziativa, coordinata da Pietro Ciarlo e da Raffaele Deidda della rivista on line SardegnaSoprattutto – che spesso ci ha dato spazio e che organizza con noi – racconterò con Emilie Luciani,  e con il contributo di Luca Foschi, del  progetto Focus on Syria attivo dal dicembre 2012. Iniziativa indipendente nata per documentare la situazione dei civili Siriani e per raccontare le loro storie al pubblico.

Focus on Syria è portato avanti da una rete internazionale di giornalisti, fotografi e operatori umanitari attualmente al lavoro sulla crisi siriana. Il suo obiettivo è di aumentare l’attenzione e la sensibilità sull’impatto umano, sociale ed economico del conflitto.

Nel momento del saluto, dopo tre mesi di lavoro in comune, Yasmine mi dice tutta emozionata: “Grazie per tutto il lavoro che hai fatto in questo periodo. Grazie anche per il lavoro di sensibilizzazione che farai in Italia nei prossimi mesi. Tutto questo è di grande aiuto per il mio popolo” .

Yasmine è una delle centinaia di siriane e siriani con cui negli ultimi tre anni ho lavorato, discusso, condiviso un momento o un percorso. Mi sono abituato ai saluti e agli addii; ma non mi capita spesso di sentirmi ringraziare in maniera così profonda e sincera. Sono questi i momenti che mi danno la forza di portare avanti il mio impegno per i siriani.

In questi anni io e i miei colleghi di Focus on Syria abbiamo lavorato per diverse organizzazioni non governative e abbiamo gestito l’invio di tonnellate di aiuti umanitari in Siria. Abbiamo sostenuto decine di associazioni siriane che offrono assistenza umanitaria ai loro concittadini. Abbiamo visitato e intervistato centinaia di siriani in fugai dal conflitto e disseminati in Libano, Giordania, Iraq, Turchia, Egitto. Tra Beirut e Amman, Antiochia e il Cairo, Venezia e Milano.

Abbiamo attraversato clandestinamente la frontiera per portare aiuto direttamente in Siria. Abbiamo assistito all’inondazione degli accampamenti della valle della Bekaa in Libano, all’arrivo dei palestinesi siriani in fuga dalla battaglia di Damasco, al respingimento dei profughi alla frontiera turca e irachena. Abbiamo provveduto alla distribuzione del cibo nei campi dei rifugiati.

Durante questo lavoro ci siamo trovati ogni giorno di fronte all’ampio ventaglio delle emozioni umane di un popolo vittima della guerra: la disperazione della gente appena fuggita dalle case distrutte, la rabbia di chi ha perso un figlio o un fratello sotto i bombardamenti, la nostalgia della vita passata di chi ha interrotto gli studi o perso il lavoro, l’incertezza per un futuro molto incerto e tutto da ricostruire. Abbiamo condiviso l’angoscia dei siriani bloccati in un limbo, in terra straniera, senza poter né tornare indietro né rifarsi una vera vita.

All’inizio del nostro progetto un altro siriano, Ibrahim, ci aveva ringraziato alla fine di un’intervista in questo modo: “Vi ringraziamo molto perché farete arrivare la nostra voce alla gente, al popolo, al mondo intero… grazie e che Dio vi dia la forza.”

Il ciclo di incontri “Una sera per la Siria” ha proprio questa finalità: portare la voce dei siriani nel cuore dell’Italia, spiegare la loro situazione, incoraggiare le azioni di sostegno e di solidarietà.

*Nella foto: Campo profughi nella Bekaa centrale, Libano.

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