Un commento al post del prof. Giuseppe Pulina [di Maurizio Manias]

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Questa nota doveva essere un commento al post di prof. Giuseppe Pulina del 21 settembre che intervenendo sulla manifestazione del movimento dei pastori, boccia la politica europea dell’approccio ex LEADER, ora CLLD. Dispiace assistere ad affermazioni sui Gal basate esclusivamente su generalizzazioni improprie e scarsa conoscenza dei ruoli e delle responsabilità degli attori che partecipano all’approccio LEADER in Sardegna.

Provo a chiarire alcuni punti:
1. I GAL (Local Action Group) esistono e operano in tutta Europa dal 1984 (30 anni) e continueranno ad esistere in tutta l’Europa e anche in Sardegna almeno sino al 2023.
2. I GAL, in Sardegna, sono stati, per il periodo 2007 − 2013, concessionari di servizi e di risorse pubbliche per conto dell’Assessorato all’Agricoltura e sono da questa controllati, assistiti e orientati.
3. I GAL non possono essere soggetti a commissariamento da parte dell’assessorato regionale essendo organismi di diritto privato (possono fallire, possono essere liquidati, possono risarcire danni, ecc.).
4. I 13 GAL sardi sono organismi che per il periodo 2007 −2013 hanno gestito circa 135 milioni di euro ( e non circa 200 come afferma il prof. Pulina).
5. I GAL sardi sono organismi che hanno, nel budget a disposizione, circa l’85% per spese d’investimento e circa il 15% per spese di gestione, funzionamento, animazione, assistenza tecnica, monitoraggio, valutazione e rendicontazione.
6. I GAL sardi non erogano sussidi ma finanziano aziende agricole e tessuto produttivo locale con il 50% del costo dell’investimento, per cui sono stati penalizzati nella spesa da conclamata recessione economica e difficoltà di accesso al credito da parte degli operatori privati.
7. I GAL sardi hanno il compito di predisporre bandi, di istruire domande di aiuto, di predisporre graduatorie provvisorie, di richiedere progetti, di istruire progetti, di predisporre graduatorie definitive, di emettere decreti di finanziamento. E ancora di assistere i beneficiari pubblici e privati nella predisposizione delle domande di anticipo e di pagamento e in tutte le implicazioni amministrative a queste correlate. Hanno inoltre il ruolo di monitoraggio e di valutazione dei risultati. E di tante altre cose ancora…
8. I GAL sardi sono stati messi in condizione di operare solo dalla seconda metà del 2011 (in Danimarca e in Norvegia, per fare alcuni esempi, avevano già speso circa il 45% delle risorse) e in tre anni hanno impegnato complessivamente circa il 60 % delle risorse.
9. Alcuni GAL sardi, al 31.08.2014, hanno percentuali d’impegno di spesa (atti giuridicamente validi) pari al 95% delle risorse a disposizione, e, i beneficiari dei finanziamenti hanno depositato domande di pagamento per una percentuale pari a circa il 35%.

Per numerose altre notizie invito gli interessati a visitare il sito ww.galmarmilla.it. Sperando di aver chiarito solo marginalmente il ruolo dei GAL in Sardegna, per avvantaggiare la discussione, sarebbe opportuno porsi alcune domande (e chiaramente darsi una risposta… seria):
1. Qual è stato il ruolo e dunque la responsabilità dello Stato, dell’Assessorato regionale, delle Province (o ex), dei Comuni, delle associazioni di categoria (soprattutto Coldiretti), dell’agenzia Laore nei processi di attuazione delle politiche di sviluppo locale?
2. Perché i Gal e i processi di CLLD sono riconosciuti, protetti, finanziati, e dalla prossima programmazione estesi anche ad ambiti urbani, periurbani, in tutta l’Europa e in buona parte del territorio nazionale?
3. Può essere l’efficienza della spesa, stante la situazione attuale, l’unico parametro per giudicare fallimentare una politica di sviluppo locale?
4. Esistono altri organismi che gestiscono risorse pubbliche che hanno nel loro “bilancio” spese di gestione pari a circa il 10% e spese per investimenti (trasferimento di fondi a terzi) pari a circa il 90%?
5. Se si escludessero i sussidi, esistono altre misure del PSR che hanno efficienza di spesa superiori alle risorse gestite dai GAL? Con quali tempi?
6. Ha speso più l’Asse III a regia regionale o l’Asse III a regia Gal? Con quali tempi?
7. Perché i GAL sono stati messi in condizione di attuare le proprie strategie solo dalla seconda metà del 2011? Di chi sono le responsabilità? Dove era la politica regionale?
8. Essendo situazione nota a tutti che i GAL hanno iniziato a programmare la propria attività nella seconda metà del 2011, alla stessa maniera non doveva essere noto a tutti, ma soprattutto alla politica, che la spesa dell’Asse III a regia GAL potesse avvenire solo nell’ultimo periodo del settennato di programmazione (entro il 31.12.2015)?
9. Perché i tempi medi di erogazione delle domande di pagamento, da parte dell’organismo pagatore (Agenzia nazionale e non i GAL) è pari a 135/140 giorni?

Non so a voi, ma a me sembra che l’argomento sia abbastanza complesso in quanto interviene su una disciplina che è quella delle politiche di sviluppo locale che meriterebbero considerazioni differenti rispetto a quelle semplicistiche in questo forum trattate. Concludo con una citazione ed un invito alla lettura: Manlio Rossi Doria, accademico, economista e politico italiano affermava che per fare sviluppo locale bisogna sporcarsi le scarpe.

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