Le piazze, paesaggi da rivalutare [di Maria Antonietta Mongiu]
L’Unione Sarda08/10/2014. La città in pillole. Nell’agorà si mischiano sacro e profano, mercato e teatro. Spazio aperto in cui sacro e profano, mercato e teatro si meticiano. Vi si compiono riti. Vi si prendono decisioni. E la relazione tra terra e cielo è ricompresa in un luogo in cui l’uomo inventa la civitas ovvero la cittadinanza. Da singolo si fa non solo famiglia ma gruppo con regole condivise la cui trasgressione è sanzionata. E’ dunque la piazza che riconosce e distingue l’urbano da tutto il resto. La res pubblica dalla res nullius. Tutto vi accadde persino quel salto di senso chiamato democrazia. Sicché la piazza è altro persino dalla strada, un’altra straordinaria invenzione. Quando ci mancano questi spazi collettivi o quando sono maltrattati allora ne percepiamo tutta l’importanza. E’ per questo che ogni tanto a questi luoghi collettivi dobbiamo rivolgere la nostra attenzione. Oggi non sempre vi si affacciano gli edifici più autorevoli del potere e della politica. Spesso sono spazi nati da vuoti. Una volta recuperati e rielaborati sono paesaggio di cui farsi carico. Tanti i modelli di piazza. Lontano il tempo in cui un unico veniva replicato ad immagine dell’archetipo che in periodo romano era il Foro. A Cagliari c’era? Certo ma non coincideva con piazza del Carmine che è ottocentesca. Altre sono venute dopo. Per comprenderne la bellezza domenica 12 dalle 10.00 sarebbe bello che la civitas si impadronisse delle dieci piazze del percorso della FAIMARATHON 2014: Carmine, Matteotti, Cis, san Cosimo, Costituzione, Martiri, Yenne, Sa Cruxi Santa, Unione Sarda. |
Sarò altrove ad osservare, a studiare, ad ammirare flora, fauna e panorami, tutti autunnali sardi.
Ed anche a faticare…, con quel profondo piacere che auguro ai partecipanti della FAIMARATHON 2014 !