Questione morale e non solo [di Maria Antonietta Mongiu]

apixedda

Tanto tuonò che piovve. Quella che doveva essere una macchina da guerra rischia di risolversi in una carretta o, se volete, in un’apixedda. Sgangherate e poco seducenti. Parlo naturalmente delle Regionali sarde. L’impressione è di impotenza e di sconfitta annunciata. Si è già vissuta in Lombardia. La sinistra, dalla frequente sindrome autistica, si autoconvinse che bruciando Ambrosoli junior (che non ha un corrispettivo tra i candidati sardi) in risarcimento ad Ambrosoli senior, forse se la poteva cavare. Il centro destra era allo stremo. Formigoni incasinato tra conti correnti istituzionali, amicali, personali. La Lega, Bossi, e lo stesso Maroni invischiati pure loro in storie di fatture e shopping con i soldi altrui.

La sinistra già festeggiava convinta che dopo il colpo di Milano con Pisapia, le sarebbe stato sufficiente santificare un papa nero dalla bella faccia che della morale aveva fatto il suo refrain e che fingeva di ignorare che la coalizione avesse alle spalle Penati. Nomen omen!

Sappiamo come è andata a finire. L’opinione pubblica, numeri alla mano, non sopporta la pagliuzza nell’occhio della sinistra. Tollera la trave nell’occhio della destra. Anzi la sinistra spesso paga pegno persino per questa. Ed in Sardegna l’uso disinvolto dei soldi dei gruppi che avrebbero risolto qualche problema agli accampati fissi sotto il Consiglio regionale è sul groppone del centro sinistra. 

Il tema della percezione in politica sfugge a chi, cooptato dalle segreterie, può fregarsene dell’ opinione pubblica. La poca che persiste. L’esito non può che essere al ribasso vista la crisi dei partiti come luoghi aperti alla discussione ed al confronto non obbedienti. La nominalistica facciata pseudo partecipativa, di cui le primarie sono una spia, aggrava la sensazione di autosufficienza. La poca cultura ed il ridotto allenamento alla riflessione antropologica e sociologica fanno il resto. Non avremmo un così basso livello nel personale politico, deficitario persino nel linguaggio opportuno. Accade non solo in Sardegna.

Affidereste la vostra casa a chi risponde a casa sua non sul merito ma con aggressioni verbali? Vi fidereste di chi è incapace di fare sintesi e svolazza da una genericità all’altra? Votereste chi non elabora un’alternativa credibile? Vi immaginate un governo affetto da negazionismo? Si può essere governanti adeguati se non si è stati decenti oppositori? E’ possibile che a Roma si è alleati ed a Sagunto avversari?

In queste pagine si è detto che il far play in casa d’altri ed atteggiamenti mannari in casa propria fanno propendere l’elettorato per altre soluzioni che non siano l’attuale centro sinistra o per “stiamocene a casa”. E’ avvenuto con le Primarie. Risuccederà. Perché il tema non è più e solo giudiziario. Ma è una vera crisi di presenza che come sappiamo è referente solo di angoscia ed attanaglia perché sottrae orizzonte e futuro. E non è un problema di età.

Il centro sinistra se ritiene di essere una vera altra alternativa credibile ci rifletta. Naturalmente vale per la Lombardia, per l’Italia ma soprattutto per la Sardegna.

 

3 Comments

  1. enrico

    ma allora c’è ancora qualcona che usa il cervello.

  2. Francesco Sole

    Cerco di capire, dal ciglio della strada, cosa succede nella piazza principale della politica. Non trovo risposte articolate, che propongano alternative credibili, per un percorso della classe dirigente del centro sinistra sardo. Nessuno può dare risposte di circostanza sulla ” questione morale “. Non si possono indicare le travi di altri perché si è dimostrato, per chi vuole vederlo, che si deve essere veramente cristallini altrimenti ti percepiscono come gli altri. In questo caso sono comunque più bravi e il loro terreno è vincente. Il PD da questo punto di vista, essendo la forza più grande di quest’area, è quello che dovrebbe rinnovarsi maggiormente, eliminando il rapporto ambiguo con le banche, le spese ” fantasiose”, le risposte al vetriolo.ecc.
    Dal deserto, e le manovre di piccolo cabotaggio, non si allontanano neanche le piccole formazioni d’area e ” l’ intelighenzia ” dell’ inutilità. Tutto l’impegno è rivolto alla visibilità effimera che amplifica ogni dichiarazione ( quasi sempre velenosa ), illudendoli di essere dei
    protagonisti. Puntualmente il risveglio elettorale ( da prefisso telefonico), è motivo di rancore verso un nemico interno che non ha permesso loro di esprimersi al meglio.

    Soru e Zedda, hanno seguito e seguono un percorso molto simile.

    Nelle esperienze di governo vedo un peccato originale, la incapacità ad osservare il cambio d’umore dell’elettorato, la protervia nel rispondere alle questioni poste. La voglia di pontificare invece di capire.

    La Sardegna di Soru esprimeva un grande progetto di trasformazione reale della Sardegna. Chi vagava per la l’ isola senza mortadella sugli occhi percepiva il distacco del sentire popolare, da un intervento che molti percepivano esclusivamente calato dall’alto, che nell’immediato dava solo risposte punitive e con tempi biblici per i risultati positivi . Chi non aveva lavoro, chi lo perdeva e doveva pagare le spese di sostentamento, per se e per i propri dipendenti, non vedeva prospettive immediate. Le risposte erano ( spesso con toni paternalistici ), lontane anni luce dai bisogni quotidiani.

    Per favore non ditemi che Cappellacci è peggiore, incapace, circense, camaleontico. Tutto vero! ma potrebbero ancora preferire il ” commercialista ” che vorrebbe una isola bellissima, senza sardi, tanto cemento e molti emiri.

    Io sto sul ciglio della strada non sono in grado di indicare un attraversamento indolore.

  3. Luca

    “Nelle esperienze di governo vedo un peccato originale, la incapacità ad osservare il cambio d’umore dell’elettorato, la protervia nel rispondere alle questioni poste. La voglia di pontificare invece di capire”…….
    Ecco la chiave della crisi politica in atto.Manca il contatto con la comunità di appartenenza, perché oggi la politica è virtuale non reale.Le piazze deserte,sezioni di partito svilite,la ricerca del consenso attraverso “spin doctors” o professionisti della comunicazione…..la politica come affermazione del “io” e non del “tutti”.Siamo alle macerie di questo sistema, ma da sempre dalle macerie si può ricostruire.

Lascia un commento