A Sassari il 17 ottobre alle 17:00 si parlerà di Asinara [di Redazione]

Torre-sul-mare

Il 17 ottobre 2014, ore 17:00, nell’Aula Magna dell’Università di Sassari presentazione della mostra e della ricerca intitolata Asinara. Isola piccola Grande storia. Prigionieri e profughi della prima guerra mondiale.

Interverranno Attilio Mastino (Rettore dell’Università di Sassari), Antonietta Mazzette (Direttrice Dipartimento di Scienze Politiche, Scienze della Comunicazione e Ingegneria dell’Informazione), Gianfranco Ganau (Presidente del Consiglio Regionale), Alessandra Giudici (Presidente della Provincia di Sassari), Nicola Sanna (Sindaco di Sassari), Antonio Diana (Sindaco di Stintino), Gilda Usai Cermelli (Consigliere delegato del Comune di Porto Torres per l’isola dell’Asinara), Pasqualino Federici (Presidente Ente Parco Nazionale Asinara) e Maria Antonietta Mongiu (Presidente FAI Sardegna). Saranno presenti gli autori.

L’album intitolato I prigionieri di guerra austriaci all’Asinara. 18 dicembre 1915-24 luglio 1916, conservato all’Archivio centrale dello Stato e pubblicato a cura di Assunta Trova e Giuseppe Zichi, con analisi delle immagini di Salvatore Ligios, ricostruisce attraverso un ricco materiale documentario in gran parte inedito il mondo di quelli che sono oramai passati alla storia come i “dannati dell’Asinara”. Si tratta di un album nel quale sono presenti 51 fotografie, 11 fra piantine, mappe e cartine, 3 grafici e 2 disegni.

Accanto alle ricostruzioni più “tradizionali”, quest’album può rappresentare un possibile, ulteriore approccio alla conoscenza di quei luoghi, in quei tempi così tragici, a partire proprio dalle cartine che indicano progressivamente l’evoluzione degli insediamenti in quell’isola, dal periodo che precede l’arrivo dei prigionieri. Una descrizione visiva che si snoda fino alla distribuzione degli accampamenti, destinati a crescere nella stazione sanitaria, come nei campi, evidenziando quelle che furono le “nuove costruzioni” destinate ad affiancare le “vecchie”.

In quest’album, nelle fotografie, la morte non è mai presente; eppure queste pagine si chiudono con i dati dei decessi. Al fondo vi era quasi la volontà di non utilizzare la stessa modalità di comunicazione, per rappresentare la vita e la morte.

 

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