Piazza Martiri, dove si incontra la storia del Novecento [di Gianluca Scroccu]

piazza martiri

Pubblichiamo l’intervento letto da Gianluca Scroccu in piazza Martiri in occasione della FAIMARATHON Cagliari… tra bianchi colli e piazze svoltasi a Cagliari domenica 12 ottobre un percorso che ha coinvolto 10 piazze della città ed un centinaio di accademici, studiosi, professionisti, intellettuali, artist, che si sono prestati a fare i “ciceroni speciali” per spiegare la bellezza della città del sole (NdR).

Piazza Martiri è un luogo dove si incontra la Storia. Quella con la S maiuscola, che attraversa i secoli. Quella che ricorda i combattenti nella guerra del Risorgimento e per l’Indipendenza, testimoniata dal monumento che ci ricorda il nome della piazza. E poi da due luoghi simbolo tra i tanti. Nei pressi del numero 10a, come ricorda una targa apposta nel 2012 e come raccontato da Giuseppe Fiori nella sua bella biografia di Lussu, si trova il balcone dal quale il leader sardista respinse un tentativo di aggressione, che sicuramente avrebbe portato alla sua morte, perpetrato da fascisti cagliaritani la notte del 31 ottobre del 1926.

Un’orda nera desiderosa di vendicare l’attentato contro il Duce commesso poco tempo prima a Bologna da Anteo Zamboni e di chiudere la partita contro le resistenze antifasciste dopo la crisi del delitto Matteotti, dalla quale il fascismo era uscito vincitore nonostante avesse rischiato di perdere il potere conquistato con la Marcia su Roma.

Il Cavaliere dei Rossomori era stato avvertito di cosa poteva accadere e del rischio del suo linciaggio, e si era barricato nel suo studio con un fucile e munizioni. Per uno che aveva visto l’apocalisse della modernità nelle trincee della Grande Guerra un assalto come quello poteva essere facilmente gestibile. Non fu così e lo stesso Lussu racconta il grave pericolo e le tensioni che dovette affrontare in “Marcia su Roma e dintorni”.

L’assalto fu ben architettato: dalle scale del palazzo, dal retro e addirittura scalando i balconi. Alla fine un giovane fascista cagliaritano, Battista Porrà, riuscì a presentarsi di fronte al balcone di Lussu, il quale sparò. Il giovane stramazzò al suolo, morto. La folla di assalitori si disperde, tra di essi un vecchio sodale di Lussu, Giovanni Cao.

La forza pubblica, guidata da uno zelante prefetto fascista, si concentra in Piazza Martiri e dintorni, arrestando amici e sostenitori del deputato che avevano le loro attività nelle vicinanze. “Per prevenzione contro la vendetta degli squadristi”, racconterà il rappresentante del governo. Lussu viene arrestato, nonostante l’evidente legittima difesa. Da Roma si lamentano: era meglio ucciderlo; nulla vale che egli sia un deputato.

Seguono mesi di carcere e poi la condanna al confino a Lipari, da dove poi sarebbe fuggito con un gesto di epica sfida al regime insieme a Carlo Rosselli.
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Spostiamoci di due decenni da quei tragici avvenimenti. Qui ha avuto sede, al numero 4, una sezione importante del PCI, denominata “Sezione Centro”. Qui ha avuto sede anche per vent’anni e sempre al numero 4, sino al 1968, l’UDS (Unione Donne Sarde), luogo di riflessione politica e civile delle donne impegnate nella politica sarda, con le loro lotte per l’uguaglianza e l’emancipazione femminile, a volte anche contro il proprio partito di riferimento.

E qui, al numero 4, ha sede la “Solidarietà e Diritti –Fondazione Luca Raggio”. Una Fondazione nata per ricordare un giovane uomo scomparso tragicamente prima di prendere servizio come magistrato e a cui il padre Andrea Raggio, già presidente del Consiglio regionale ed eurodeputato, e la moglie Giovanna Arangino hanno voluto intitolare un ente che da più di vent’anni è impegnato in una feconda attività culturale per sensibilizzare la cittadinanza sul tema dei diritti, quelli di ieri e quelli di oggi, promuovendo iniziative, seminari, corsi ed incontri, cui hanno partecipato nomi importanti della cultura e del mondo dell’associazionismo che si batte per i diritti umani non solo sardo, ma anche del resto d’Italia sino all’Europa.

Perché una piazza che richiama il sacrificio di combattenti, o fatti sanguinosi come quello del 1926 contro Lussu, oggi può essere rivissuta anche promuovendo le logiche dell’incontro e della conoscenza. Per una città che si affaccia sul Mediterraneo, e che deve nutrirsi del contatto e del confronto con altri popoli, è una bella opportunità.

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