San Saturnino e le identità sarde [di Maria Antonietta Mongiu]
L’Unione Sarda. La città in pillole. L’impronta sorprendente di tante realtà non troppo conosciute Marsiglia Capitale europea della Cultura nel 2013 ha registrato 8 milioni di turisti e 4,3 milioni di ingressi nei musei. L’esito è il recupero delle “archeologie” e l’architettura contemporanea. Fulcro il MuCem di Rudy Ricciotti e Roland Carta. Il secondo, di ascendenze sarde, ha risistemato il Jardin des Vestiges, riferimento per la musealizzazione dell’archeologia urbana, e recuperato un silos nel waterfront vicino alla Torre di Zaha Hadid del 2007, ai tempi del Betile. Il MuCem ha staccato in un anno un milione di biglietti e rivitalizzato un quartiere periferico. Se di giorno il Mediterraneo entra nel Museo, attraverso il pizzo delle pareti, di notte le luci di Yann Kersalé lo trasformano in un faro. Di fronte l’abbazia fortificata di san Vittore sul porto vecchio che il restauro ha riportato all’antico splendore. I Vittorini ebbero influenza fino in Spagna accogliendo persino monaci greci a Auriol o mediando con i musulmani di Denia da cui nel 1015 Mudjahid partì per la Sardegna per un improbabile califfato marittimo. Gregorio VII e Urbano II con i Vittorini fecero dell’isola l’emblema della Riforma, legittimando i giudici che s’illusero di essere re. Iniziò Orzocco Torchitorio. Seguì il figlio Costantino che nel 1089 confermò all’abate Riccardo di San Vittore le donazioni del padre e gli cedette san Saturnino, chiesa tra le più prestigiose del Mediterraneo. A metà del 12° sec. avevano 28 chiese a Cagliari e dintorni e diritti nel porto e nelle saline. La loro impronta è sorprendente nella geografia urbana. Uno sguardo a tanti luoghi tra cui quelli del sale ma anche alle torri di san Francesco di Stampace e di sant’Agostino, alle unità murarie del villino Mulas Mameli o di su Mannazzu che sanno di Provenza e Linguadoca. Il giorno di san Saturnino visitando la basilica un pensiero alle misconosciute identità della Sardegna. |
Gentile Dottoressa Mongiu, a proposito della sua frase in questo articolo “… i giudici che s’illusero di essere re”, Le chiedo di spiegarmi cosa intende con la parola “giudici”. La ringrazio per l’attenzione. Giovanni Serreli