Agostino tra gli arabi ed i bizantini [di Maria Antonietta Mongiu]
L’Unione Sarda 3/12/2014. La città in pillole. E’ necessario recuperare la memoria del corpo del santo e dei suoi luoghi. Tramontava l’impero romano e l’età che Peter Brown definì felicemente di Agostino. Di lì a poco anche la Sardegna sarebbe stata dei Vandali. Comparsi a Carales nel 456 ne furono i padroni dal 476 fino al 534, da allora sostituiti per secoli dai Bizantini. In questo trambusto dove si venerava il corpo di Agostino? Il silenzio delle fonti può significare un luogo segreto oppure il suo arrivo dopo la vittoria degli Arabi sui Bizantini a Cartagine (697-698). Con loro o con i Sardi Liutprando ne trattò l’acquisto a Carales, all’alba dell’VIII secolo (722-723), per portarlo a Pavia? Solo Agostino, salvato dall’Islam, poteva infatti legittimare, dopo la fuga dall’arianesimo dei Longobardi, le aspirazioni imperiali di Liuprando che arrisero più tardi a Carlo Magno. Quando Cagliari recupererà la memoria del corpo di Agostino e dei suoi luoghi? Fulgenzio lo portò “longe a strepitu civitatis” per fondare uno scriptorium ed un monastero “iuxta basilicam sancti Saturnini” (presso la basilica di s. Saturnino)? Oppure rimase nella cripta cosiddetta di s. Agostino come vuole un’antica tradizione? E’ nel palazzo Accardo (1899-1901) progettato da Dionigi Scano tra il Largo Carlo Felice e via Crispi, dopo l’abbattimento dei ruderi di s. Agostino extra muros. Quando l’ipogeo uscirà dalla clandestinità? Quando s. Agostino nuovo, tra il Largo e via Baylle, testimone in declino di chi scrisse nelle Confessioni: « Tardi ti ho amato, bellezza così antica e tanto nuova”.
|