Stato Islamico e colonialismo europeo [di Luca Foschi]

Ex S.Raffaele, Renzi atteso a metà luglio per firma

È quasi banale che la nemesi della modernità abbia il volto del pirata. Questa volta non sono i caraibi dei primi traffici mondiali, né le fabbriche anarchiche del tardo Ottocento. Il popolo arabo ha assistito inerme al colonialismo europeo, la Guerra Fredda, l’unilateralità americana di Clinton e la cinica politica espansionista di Bush junior prima di partorire abu Musab al-Zarkawi, spietato galeotto giordano e patriarca dello Stato Islamico, effimero totalitarismo arroccato sulle rive di Tigri ed Eufrate, culla della civiltà.

La lenta, intricata trasformazione di acronimi e sigle che legano al-Zarqawi al “califfo” al-Baghadi è avvenuta all’ombra del disinvolto imperialismo a guida americana: Jund al-Sham, al-Tawid wa al-Jihad, al-Qaeda in Iraq, ISI e ISIS rappresentano lo sviluppo paziente di una talea jihadista nata in seno alle sanzioni clintoniane, foriere di morte per mezzo milione di bambini iracheni, e alla velleitaria, pretestuosa invasione del 2003. Oggi i diversi volti della resistenza si sono aggrumati in un protostato seduto a cavallo fra Siria e Iraq, una modernissima versione di cacciatori-raccoglitori inebriati da una metafisica efferata e padroni di una società civile spappolata da 30 anni di miseria.

La cantilena che vuole lo Stato Islamico (IS) inventato e sorretto dai petrodollari di Arabia Saudita, Qatar ed Emirati è falsa. L’IS è autosufficiente dal 2004, anno nel quale bin Laden aveva reso al-Zarqawi vassallo di al-Qaeda in Iraq. Il furto di petrolio, le estorsioni, i rapimenti, il traffico di auto rubate fruttava 200 milioni di dollari l’anno, prodotto interno lordo distribuito da una geometrica burocrazia dislocata nelle province sunnite dell’Iraq sotto occupazione. Oggi l’IS controlla mezza dozzina di pozzi petroliferi e il PIL è lievitato fino 2 miliardi di dollari.

La struttura politica si è affinata parallelamente alle conquiste militari e alla permeazione della società. Il Califfo è affiancato nelle decisioni dal Consigli della Shura e della Sharia. Sotto di lui i Consigli delle Finanze, della Guerra, dell’Assistenza ai combattenti, dell’Intelligence e della Giustizia, ministeri che i suoi due vice in Iraq e Siria, Abu Muslim al-Turkmani e Abu Ali al-Anbari, riproducono specularmente grazie a 12 governatori a capo di altrettante province (wilayat).

Nel caos affamato di Iraq e Siria i 500 dollari mensili pagati ai combattenti, accompagnati dalla licenza al bottino, hanno creato un esercito che supera di gran lunga le imbarazzate stime della CIA, arrivate a 30.000 unità. Acqua, grano, petrolio e varchi per il contrabbando guidano la strategia militare orchestrata da molti ex ufficiali dell’esercito di Saddam Husein.

L’IS pianta le proprie istituzioni solo nelle regioni, Raqqa capitale su tutte, delle quali si è assicurata l’assoluto controllo. L’Amministrazione islamica del servizio pubblico si traduce nella distribuzione gratuita di pane, elettricità, acqua e servizi ospedalieri. In ogni enclave nascono i centri della Da’wa, l’indottrinamento religioso, e le caserme della polizia religiosa, al-Hisba, incaricata di controllare casa dopo casa l’applicazione del nuovo, feroce codice etico.

La dottrina religiosa che ispira il califfato ha origini lontane e passa per i nomi della tradizione islamica più retriva: il salafismo di al-Taymiyya, al-Wahhab, Qutb e al-Suri, il padre della “terza fase del jihad”. Il risultato viene semplificato in “takfirismo” (da takfir, apostata), il sunnismo di guerra che oblitera le donne, costringe alla preghiera e attraverso le corti islamiche applica l’hudud, la punizione corporale. È l’atavico odio di al-Zarkawi, inviso a bin Laden, che giustifica morte e schiavitù per yazidi, turcomanni, sciiti, caldei e sunniti recalcitranti alla perversione della sua occhiuta burocrazia totalitaria. A cristiani ed ebrei, cugini monoteisti, la vita è concessa sotto tassazione.

I testi per l’educazione scolastica (al- Ta’lim) delle nuove leve vengono dall’Arabia Saudita. L’unica scienza curricolare è quella religiosa dell’Aqida, il credo, del Fiqh, la giurisprudenza e della Sira, la vita del profeta Maometto, accompagnati dalla proiezione delle eroiche e truculente gesta di padri e fratelli impegnati nel jihad contro i crociati occidentali, che gli adolescenti emulano in precoci campi di addestramento militare.

Molte delle informazioni sulla vita nell’IS provengono dagli “istituti” affiliati al ministero della propaganda orchestrato da Abu Amr al-Shami. I filmati epici di al-Hayat production, le riviste patinate Islamic State News, Islamic State report e soprattutto Dabiq, tutte rigorosamente in inglese, costruiscono la narrativa che deve terrorizzare l’occidente e attirare i combattenti stranieri, i 3000 occidentali oggi intruppati in Siria e Iraq. Twitter, Facebook, Diaspora e YouTube, invasi da una schiera di “disseminatori” volontari, spargono il richiamo della guerriera vita califfale.

Lo Stato Islamico ha compreso che essere l’incubo dell’Occidente non basta. È necessario recitare la parte fino in fondo, trasformare l’orrore in cinema, lo spettacolo in egemonia. Gli alti strateghi del Pentagono annunciano che saranno necessari anni per sbaragliare al-Baghdadi e compagni. Il protostato islamico è effimero nelle sue strutture ma alternativo per società che non conoscono più giustizia, l’unica arma non pervenuta nel conflitto in corso. La dea Nèmesis, nell’antica lingua della civiltà occidentale.
*L’Unione Sarda del 17 dicembre 1914.

One Comment

  1. Paolo Leone Cugusi Biancu

    Ma se qualcuno, come il giornalista, conosce bene tutti questi fatti, le distizioni e le sub-distinzioni di un tale fenomeno, ci saranno anche altri (servizi segreti di tutti i tipi, forze opposte e quant’altro) in grado di leggere allo stesso modo (magari approfondito con altri fatti) tutto ciò che sta succedendo dall’inizio del 21° secolo. in quelle regioni del medio oriente’, dal momento in cui BUSH e altri furono spinti ad intervenire? Credo che bisognerebbe conoscere il pensiero dei “Registi Occulti” , perché Loro (ISIS) ma anche NOI (non ISIS) stiamo diventando solo i vari pezzi di una scacchiera mondiale.

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