I tofet, persistenze millenarie [di Maria Antonietta Mongiu]

cagliari museo(2)

L’Unione Sarda 31 dicembre 2014. La città in pillole. Un’area funeraria fu scoperta vicino alla chiesa di san Paolo. 

Cos’è un tofet? Lontani i tempi del racconto truculento che lo vuole luogo di sacrifici di bambini, suggestione persistita anche in Gustave Flaubert. La tradizione veniva da lontano con Moloch, dio cattivo metafora del male.

Per James Frazer e per Sigmund Freud, il sacrificio del figlio è oscuro grumo della memoria profonda. Non aveva il dio degli Ebrei chiesto ad Abramo il primogenito Isacco? Nella Genesi mentre il padre, per un atto di fede, sta per uccidere il figlio un angelo lo sostituirà con un ariete. Agamennone non chiamò a se Ifigenia con la promessa del matrimonio con Achille? In verità, come scrive Eschilo, per sacrificarla perché le navi salpassero.

Il tofet è in realtà un’area funeraria di neonati o prenati trasformato in un luogo eirenico da Gae Aulenti a Venezia nella mostra i Fenici. La divinità? Forse l’accudente Tanit. I Fenici godettero di cattiva fama malgrado Francesco Petrarca con il capolavoro Africa, poema in latino, esalti Annibale, il perdente.

Quale la selezione topografica del tofet a KRLY? L’area della chiesa di san Paolo, dove insistono assessorati della Regione Sardegna. Salvatore Puglisi nel 1942 segnala ” Nel febbraio del 1940, in seguito a lavori di sterro furono casualmente scoperti i primi ossuari di una necropoli ad incinerazione, la quale si stende fra il colle detto di Tuvixeddu, ove sono scavate le tombe ipogeiche di Predio Ibba, e lo stagno a occidente della città”.

Perimetrale all’area urbana ed alla necropoli, attiva dal VI sec. av. C., il tofet mediava tra aggregati che fino al III sec. av. C., a pelle di leopardo, connotavano il “luogo dei bianchi colli”. Più tardi accolse tombe “a fossa“, “ad enchytrismos“, alla “cappuccina”, mausolei. Persistenze millenarie rase al suolo dalla contemporaneità. Un vero Moloch.

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