L’educazione al rispetto del Paesaggio [di Maria Antonietta Mongiu]
L’Unione sarda 3- gennaio 2015. L’articolo seguente è stato pubblicato a commento degli atti distruttivi compiuti nel Bastione di s. Remy di Cagliari. Ogni volta che un “monumento” viene sfregiato dobbiamo mettere in questione l’autore ma insieme la “società educante” che non lo ha indirizzato a riconoscerlo. La Convenzione europea del paesaggio, sottoscritta nel 2000 a Firenze, riafferma il valore pedagogico del paesaggio nell’educazione alla legalità ed alla cittadinanza come già prima la Costituzione con l’art. 9 che “Tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione”. Di conseguenza il patrimonio storico – artistico è fondativo della cittadinanza attiva. Per questa ragione guai a noi se dovessimo “imprigionare” i manufatti storici o meglio quel tessuto diffuso che si chiama paesaggio e che rende unica l’Italia. Chiediamoci piuttosto se le politiche scolastiche e le pedagogie diffuse siano all’altezza nella trasmissione delle competenze che portano le comunità ad identificarsi con i luoghi di cui sono custodi pro tempore. Interroghiamoci se davvero i decisori di ogni ordine e grado siano adeguati ai luoghi su cui per un tempo limitato sono chiamati a decidere. Il prevalere della bruttezza è spia della perdita di senso di un’intera società e non solo di chi deturpa un luogo che non riconosce perché il contesto non lo percepisce come proprio. “Prendersi cura” della bellezza attiene a tutti. Agli amministratori il coinvolgimento della cittadinanza perché si attui. |