L’area archeologica di via Sauro [di Maria Antonietta Mongiu]
L’Unione Sarda 14/01/2015. Un grande mosaico si sviluppa sotto via Mameli. Tra le vie Sauro e Mameli resiste un’area archeologica. Era intermedia in fase punica, limitanea nella romana, equidistante in quella giudicale tra le chiese di san Paolo e san Pietro. Distrutta la Villa di santa Igia nel 1258 fu abbandonata. Vi si è riconosce una terma con ingresso mosaicato a tessere bianche e nere. I muri sono realizzati in forme grossolane con mattoni romani e lapidei di spoglio. Nella vasca d’acqua calda un lembo di mosaico recava tra una triplice fila in piccole tessere bianche una treccia continua a quadruplice fila di tessere bianche, nere, ocra, azzurre, esterna al campo con greca continua. Quelle in ossidiana sarda ne confermano l’uso nei millenni. A oriente dell’ingresso ambienti con pavimenti in calce, datati da una moneta del 425, con pancali obliteravano un pavimento a lisca di pesce del IV secolo. Successivamente il complesso fu ristrutturato. Pilastri trasformarono il calidario in un ambiente a tre navate con abside a sudovest. L’ingresso fu chiuso a nordovest da un setto in malta di terra e lapidei, rivestito da affreschi con motivi a gemme rossastre su fondo giallo virante al rossastro e, a oriente, collegato ai vani con pancali. Il mosaico fu obliterato da un altro, apprezzato per mq 50, di tipo geometrico, con sviluppo sotto via Mameli. E’ un reticolato di regolari rombi e quadrati. Questi, in tessere di marmo giallo sono disposti sui lati dei rombi in tessere di marmo bianco-grigiastro. Le figure geometriche sono inscritte in una doppia fila in ossidiana. Un bordo in tessere giallo/aranciate alternate a bianco/grigiastre chiude il tappeto nei lati. Non sorprende che sia simile a quello della nicchia settentrionale della tricora del c.d. Palazzo di Teodosio a Ravenna del VI secolo perché la Sardegna è stata altro da stigmi e luoghi comuni. |
ricordo il tuo impegno in quello scavo….ciao