Scuola, un classico sempre attuale [di Maria Antonietta Mongiu]

Anfiteatro

L’Unione Sarda 28 gennaio 2015. La città in pillole. La bellezza, l’ambiente e l’arte sono il futuro dei nostri giovani. Se si fosse chiamato Classical Pride forse qualche provinciale avrebbe gradito ma andava più che bene La notte del Classico. Si è svolta il 16 gennaio nei Licei classici. Centinaia di persone hanno abitato le iniziative organizzate dagli studenti con i loro docenti.

Hanno rivendicato l’essere parte di una società educante e di quel policentrismo formativo che vuole diventare educazione autorevole e competenza riconosciuta. Da Aristotele ad Adriano Olivetti si può tracciare una traiettoria che sfugge a troppi decisori che scambiano il mezzo col fine. Gli studenti hanno consapevolezza del superamento della dicotomia tra classico e scientifico: il metodo fondato sul ragionamento e sulla risoluzione è scientifico sia che si traduca dal greco o si risolva un’equazione o si legga al microscopio, nell’ora di chimica, una pergamena il cui contenuto viene digitalizzato.

Sanno che la bellezza, l’ambiente, l’arte sono il futuro come dicono prestigiosi scienziati ma anche l’introduzione della Storia dell’arte dal biennio e dell’Educazione ambientale dalla Primaria. Gli strumenti digitali che usano riposizionano il classico nella contemporaneità. D’altronde il suo riconoscimento come pedagogia affonda le concettualizzazioni nel Settecento.

Non sorprende che perduri il modello di narrazione dei Diari di scavo della Villa dei Papiri (1750-1764) di Ercolano. O che si trovino anticipazioni nelle cronache sulla ricerca dei corpi santi nella Sardegna seicentesca o pari puntigliosità nel rinvenimento settecentesco del Mosaico di Orfeo a Palabanda.

Il paesaggio della bellezza deve diventare paesaggio condiviso delle scuole e dei loro luoghi. L’estetica è anche ethos. Sono la nostra storia e un diritto inalienabile per i giovani.

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