Un progetto per ricucire le periferie [di Maria Antonietta Mongiu]

L’Unione Sarda 4 febbraio 2015. La città in pillole. I dintorni delle città nel mondo antico formavano il suburbio. La strage di Parigi, le manifestazioni razziste nelle città americane, gli scontri a Roma e Milano ripropongono il tema delle periferie, nate in tempi recenti e diventate oggi problematiche. Il senatore a vita Renzo Piano le ritiene vitali e recuperabili con iniezioni di bellezza e con tale convinzione ha presentato nella Legge di stabilità un progetto di sei giovani architetti, da lui guidati, che rammendi le periferie di Roma, Torino, Catania. Intanto è coinvolto in un intervento del governo francese per ricucire alla città le banlieues parigine dove firma il Palazzo di giustizia.

I dintorni delle città non nascono come periferie. Nel mondo antico formano il suburbio dominato da campagna e attività agricole e dallo spazio della città dei morti la cui separatezza da quella dei vivi era normata. A Roma la decima delle Leggi delle XII Tavole impediva di inumare o cremare in urbe. Agirà fino all’alto medioevo e dal 1804 in virtù dell’Editto di Saint Cloud.

Il territorium di Cagliari, città policentrica e di lunga durata, conserva il suo palinsesto fino alla contemporaneità perché altro dalla extraterritorialità delle attuali periferie. Lo racconta la Carte des environs de la Ville de Cagliari del 1833 (capp. VII-VIII-IX della terza parte) nel Voyage en Sardaigne (I-IV, Paris-Turin 1839-57) di Alberto Della Marmora.

Si riconoscono la determinazione del luogo santa Gilla, i borghi della prima cintura (Quartu, Quartucciu, Monserrato, Selargius, Sestu, Assemini) eredi di antichi aggregati, i dintorni (sant’Avendrace, Palabanda, Buoncammino, san Michele, Pirri, san Bartolomeo, sant’Elia) per Giovanni Spano nel 1861 parte di Cagliari.

Oggi un anello di edilizia cela orditi e trame che necessitano di speciali rammendi e soprattutto di un progetto.