Salvatore Usala ha i titoli per essere Sardus Pater 2013 [di Maria Antonietta Mongiu]
Nel Bastione di San Remy di Cagliari da giorni uno striscione s’impone alla pubblica attenzione. Riporta un volto ed una frase. Il volto è quello di Raffaele Pennacchio, il malato di SLA del “Comitato 16 novembre” morto di infarto dopo aver protestato con altri malati a Roma al Mise(Ministero dello Sviluppo Economico). Ha fatto in tempo a sapere che 250mila euro – contro il miliardo richiesto – erano stati assegnati per garantire una decorosa assistenza a casa propria a chi non è autosufficiente.La frase “anche se voi vi credete assolti siete lo stesso coinvolti”, è tratta da “Canzone di maggio”, (in “Storia di un impiegato“, memorabile album del 1973, di Fabrizio De Andrè) rielaborazione di una canzone del maggio francese. I versi sono un inno di sapore gramsciano contro l’indifferenza. A distanza di decenni si ripropone nella sua tragica attualità. Interroga tutti. Nessuno può tirarsene fuori. Nessuno può far finta di niente o pensare di essere in buona fede. Nessuno può far finta di credere alle dichiarazioni sorridenti e rassicuranti di chi ha responsabilità istituzionali o politiche finché vedremo malati protestare con le loro famiglie di fronte ad assessorati ed a ministeri.Se qualcuno oggi immortalasse lo striscione del Bastione consegnerebbe ai posteri l’emblema della barbarie in cui siamo precipitati. Fotografa infatti la cialtroneria e la pochezza di chi governa, a livello centrale e locale. Fotografa quanto nei fondamentali siano poco percepibili le differenze tra destra e sinistra. Fotografa infine la caduta della pubblica opinione e del senso civico. Ad alcuni eroici rompiscatole di fatto viene demandato il compito di difendersi e difenderci. Sono protagonisti di un nuovo risorgimento: lottare per i diritti fondamentali. In primis per la salute.E’ come se fossimo ritornati ad una fase prepartitica e prepolitica in cui patrioti, lasciati soli da tutti, difendono concretamente quello che altri, con superficiale retorica, definiscono beni comuni. I patrioti veri lo fanno fino a morirne. Chissà se verranno studiati a scuola come chi ha fatto l’Italia. Un uomo è morto ed altri sfidano istituzioni, classi dirigenti, sorte e malattia per una causa. La salute come diritto costituzionale. Lo fanno non sulle barricate ma sulle barelle. Fino alla morte.Tra questi Salvatore Usala, fondatore del “Comitato 16 novembre”. Il 21 ottobre nell’Aula magna Sergio Atzeni del Liceo Siotto Pintor di Cagliari è stato commemorato Placido Cherchi. In quel Liceo uno dei massimi intellettuali sardi ha trascorso anni belli e fruttuosi. Gli stessi anni e luogo in cui Salvatore Usala era protagonista, come tecnico informatico, di una vera rivoluzione tecnologica. Due personaggi diversi ma entrambi portatori sani di un’etica irriducibile e di una fiducia illimitata nella democrazia e nella partecipazione.Mi è capitato di far parte di una Giunta regionale che ha attribuito il titolo di Sardus Pater a due giganti della ricerca sarda: Giovanni Lilliu ed Antonio Cao. Due accademici e due patrioti. Quella onorificenza voleva premiare chi ha dato lustro alla nostra terra e ne difende gli interessi. Se Placido Cherchi, come altri, non ha visto riconosciuto il suo talento da tanta onorificenza credo che il Presidente della Regione Ugo Cappellacci debba prendere in considerazione la possibilità di attribuire il titolo di Sardus Pater a Salvatore Usala strenuo combattente dal suo letto dei diritti dei più deboli della Sardegna ed oggi non solo della Sardegna. Ugo Cappellacci ben lo conosce. Era in prima fila quando il ministro del Lavoro e delle politiche sociali Elsa Fornero si recò a casa di Salvatore Usala. Entrambi promisero molto. I fatti non sono stati del tutto conseguenti.L’onorificenza di Sardus Pater sarebbe una smentita dello striscione che pende dal Bastione di San Remy. Sarebbe un risarcimento per le manchevolezze di tutti noi per chi vive uno stato di difficoltà. Sarebbe anche un atto dovuto a quel Raffaele Pennacchio compagno di battaglie del nostro Salvatore Usala. Migliaia di Sardi e di Italiani lo apprezzerebbero.
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