I cavalieri dell’Apocalisse [di Nicolò Migheli]

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L’Unione Sarda 19/03/ 2015. Le conferme ufficiali non ci sono. Tutto porta a pensare che l’attacco al museo di Tunisi sia opera dell’’Is Daesh o di qualche movimento vicino. A loro non basta la conquista, organizzarsi come Stato. Hanno un progetto omologante. Dove si sono imposti hanno spazzato via cristiani, yazidi, ebrei, sciiti e i musulmani sunniti che non accettano la loro interpretazione del Corano. Impongono una Scharia fondamentalista, decapitando e lapidando chi la infrange.

A Tunisi ieri hanno assaltato il museo del Bardo, uno dei più antichi del mondo arabo, che ospita la più vasta collezione al mondo di mosaici romani. Hanno ucciso tunisini e turisti; aggredito il paese più secolarizzato del mondo islamico. Lanciano segnali. Il primo alla Tunisia, l’unico paese in cui la primavera araba abbia dato frutti di democrazia, dove si cerca di costruire una società plurale. Il secondo all’Occidente, identificato come la causa prima della crisi araba e islamica. Il museo luogo simbolico di un passato diverso, di una continuità che si fa storia. Vogliono la cancellazione di ogni vicenda che sia antecedente all’espansione musulmana del VII secolo. Vogliono il vuoto perché debbono costruire l’uomo nuovo.

Il millenarismo di Daesch è ben descritto da Graeme Wood, ricercatore americano. Per la prima volta nel mondo islamico è presente una setta che differenziandosi da qualsiasi altro movimento jihaidista vuole accelerare l’Apocalisse. Un loro organo di propaganda si chiama Dahib, come la città siriana vicina ad Aleppo, dove, secondo il Profeta, si svolgerebbe la battaglia finale con gli eserciti di Roma. Chi sia poi Roma fervono le interpretazioni. Gli Usa? Istanbul? Roma capitale del Cristianesimo? L’Occidente?

Hanno lanciato una sfida contro tutto il mondo, per primi contro i musulmani che sono le loro maggiori vittime. Noi occidentali laici e secolarizzati non riusciamo più a capire quanto la religione possa essere totalizzante, quanto in nome di un dio si possano compiere gli atti più efferati sentendosi parte di un progetto trascendente e nel giusto. Però su un miliardo e trecento milioni di islamici gli jihaidisti sono una minoranza risibile. La maggioranza dei musulmani li odia e potranno essere sconfitti solo da loro. Le guerre perse dalla Nato in Iraq e Afghanistan lo dimostrano.

Di un movimento così radicale non sarà facile averne ragione in breve. Gli imprenditori della paura, quelli che predicano contro “l’invasione”, non perderanno occasione per chiedere misure restrittive nei confronti dei migranti e dei musulmani. Gli jihaidisti questo vogliono, sognano lo scontro finale tra Occidente e Islam. I nostri xenofobi faranno di tutto per darglielo. Tra cavalieri dell’Apocalisse ci si intende. Invece è il momento della ragione.

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