A proposito di Saras: Sconcerto. Etica. Pubblicità. Anniversari ed altro [di Sergio Vacca]
Nell’Unione di giovedì 26 marzo, due pagine a pagamento della più importante impresa operante in Sardegna, la Saras. Un titolo di scatola a pagina 8, con un “Grazie Francesco”, e un testo, a pagina 9, che richiama un’ affermazione del Papa “ha messo in guardia i fedeli dal divenire quelli che lui ha chiamato gli adoratori delle ceneri, coloro che preferiscono farsi ammaliare dalle rassicuranti lusinghe dell’immobilismo, piuttosto che mettersi in gioco”. Sarebbe importante sentire il commento delle autorità ecclesiastiche della Sardegna. Come sarebbe stato importante sapere come la pensano i decisori politici dell’isola riguardo alle due pagine pubblicitarie, sempre della Saras – la volta precedente – la prima delle quali con la ripetizione ossessiva di “bla, bla, bla…”. Perché si deve sapere per chi non se ne fosse accorto che la pubblicità per il 50° anniversario della fondazione della Società a Sarroch compare a puntate nei due giornali locali con affermazioni davvero sorprendenti e lesive. In questa pubblicità a puntate, secondo un vecchio stigma, ovviamente il sardo è il “professionista delle critiche sterili e solo distruttive”, invece, [noi, la Saras] “siamo diversi da tutti quelli che amano restare fermi a crogiolarsi in su connottu. Fare impresa per il nostro gruppo significa invece agire, osare anche; per andare avanti, per guardare oltre, per migliorarsi…” Si potrebbe essere d’accordo con l’estensore del testo se affermazioni di questo tipo venissero fatte esclusivamente nell’ambito di un corso motivazionale per dirigenti d’azienda; non lo si è affatto quando queste frasi sono riferite all’intero popolo sardo o, nel caso delle pagine pubblicitarie di questa settimana, maggiormente indirizzate al popolo dei credenti. Credo che attraverso testi di quel tipo si faccia grave torto al Santo Padre, che viceversa riceve i diseredati in Vaticano considerandoli “fratelli in Cristo” e non sembra particolarmente interessato alle sorti industriali della società in questione. A parte – nel metodo – la scarsa eleganza di tirare in ballo il Papa in un messaggio pubblicitario che tende a dimostrare quanto si è bravi; nel merito, sembra un messaggio forte nei confronti di chi sia critico verso la politica aziendale della società. Un intellettuale che osi criticare taluni aspetti delle attività della società in campo energetico è quindi avvertito! Il Papa non è con lui; il Papa è con la Società, che “agisce, osa anche; va avanti, guarda oltre per migliorarsi…” E a questo punto, viene da domandarsi se l’avvertimento sia generalizzato anche ad altri che osino criticare le modalità progettuali delle iniziative di talune società sul solare termodinamico e si oppongano al land grabbing nelle zone agricole più interessanti e produttive dell’isola. Ovvero critichino quei professionisti che, pur di portare avanti simili politiche aziendali, affermano ciò che non può essere affermato: il degrado di terre altamente produttive; o che scambiano per degradate o di scarsa fertilità terre temporalmente non utilizzate, e altre simili amenità. Si assiste oggi ad una grave crisi nell’etica delle professioni. Forse legata alla temperie economica del paese. Crisi che purtroppo nasce nelle Scuole e nelle Università, che sembrano deboli nel fornire, oltre ai necessari rudimenti professionali, quegli indirizzi morali che regolano l’esercizio della professione e che sono considerati in una data società come universalmente vincolanti per coloro che esercitano l’attività professionale. La deontologia professionale sembra più spesso un inutile e fastidioso orpello, piuttosto che la regola alla quale uniformarsi. La lettura di questa sorprendente campagna pubblicitaria per i 50° anniversario della Saras induce ad amare considerazioni sul metodo, sugli obiettivi, sui contenuti. *Geologo. Università di Sassari |
Quel ” …, per andare avanti, per guardare oltre, per migliorarsi, …”
è un meraviglioso motivo in più della Saras per ascoltare, e così crescere Insieme !
Invece sembra un “Migliori solo Noi “.
Da sardi forti e fieri a sardi soli e deboli … Anche la bella figura di Giorgio Melis, grande e leale giornalista, non può più scriverne.
Chi ancora può, come può non vedere e soprattutto non dire ?
Prof. Vacca grazie.