Tutto il Meridione, tranne la Sardegna [di Raffaele Deidda]

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Incontrando a marzo a Napoli le istituzioni e la stampa campane, l’ambasciatore tedesco Reinhard Schafers ha fornito una notizia sorprendente: il Sud Italia può vantare nei confronti della Germania un saldo positivo della bilancia commerciale, pari a poco meno di un miliardo di euro. Quello che l’Italia non riesce a realizzare, riesce a farlo il Mezzogiorno. Se non l’avesse detto Schafers sarebbe stato difficile crederci.

Il legame dei tedeschi col Sud Italia è confermato dalla Cancelliera Merkel a Ischia per le vacanze e dal fatto che la Germania è il maggiore partner commerciale dell‘Italia. Nel 2014 lo scambio ha superato i 104 miliardi di euro. Le relazioni economiche con la Germania riguardano, in maniera rilevante, le regioni del Mezzogiorno. Per Abruzzo, Basilicata, Molise e Calabria il più importante partner commerciale è la Germania. In Campania, Puglia e Sicilia la Germania è fra i più importanti. “Soltanto in Sardegna non riusciamo a entrare nel medagliere. Ma non si può comunque essere ovunque ai primi posti”, ha detto l’ambasciatore Reinhard Schafers.

Se le affermazioni di Schafers hanno fatto tirare un sospiro di sollievo ai meridionali non è stato con la classica formula “isole comprese”, perché è considerata solo la Sicilia. Perché la Sardegna non riesce ad entrare nel “medagliere”? Senza ricorrere a lamentele o a rimostranze, sarebbe importante interpretare il senso della rinuncia ad essere anche per la Sardegna uno dei più importanti partner economici (“Non si può comunque essere ovunque ai primi posti…”). Le altre regioni meridionali hanno bellezze naturali e storico-artistiche da offrire ai visitatori di tutto il mondo, ma è da meno la Sardegna se i tedeschi sembrano rinunciare ad essere anche in terra sarda “ai primi posti”?

Alla domanda del perché il Sud non può diventare quello che la Ddr è stata per la Repubblica Federale Tedesca, l’ambasciatore ha risposto: “Perché la Germania Est era, al momento della riunificazione, il decimo paese industriale al mondo. Il Sud Italia è qualcosa di diverso, non ha industrie pesanti e deve puntare su un’altra strategia, basata sul turismo e i beni culturali . Non è facile perché la concorrenza dei paesi balcanici e della Turchia sta diventando forte sia sul piano della qualità che dei prezzi”. Affermazioni di buon senso, poco originali in quanto è radicato nella moderna cultura europea il concetto di bene ambientale e culturale considerato non solo in termini di tutela e di fruizione ma anche di generatore di investimenti, di reddito e di occupazione.

La Sardegna sta perseguendo una strategia basata su turismo e beni culturali per rafforzare la propria economia? E’ attrezzata per fare concorrenza ai paesi balcanici e alla Turchia?  Sarebbe utile e interessante invitare l’ambasciatore tedesco in Sardegna per spiegarci quali fattori ostino a proficui scambi commerciali. Quelli che, magari, potrebbero portare oltre il miliardo di euro il saldo positivo della bilancia commerciale Sud Italia e Germania.

Con l’occasione si potrebbe consigliare alla Cancelliera Merkel di variare la meta della proprie vacanze. Se ama le piccole isole, la Sardegna ha da proporle da La Maddalena a San Pietro-Carloforte.

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