Una maestralata, ad Alghero, spazzò via tutto[di Carlo Mannoni]
Un maestrale che soffia a 50 chilometri all’ora spazza da ieri mattina la città di Alghero.Un vento che ha cominciato a farsi sentire con forza dalla sera prima, proprio nel momento in cui 14 dei 25 componenti del consiglio comunale della città “catalana” depositavano nelle mani di un notaio la dichiarazione di dimissioni dalla carica di consigliere, con il conseguente scioglimento del consiglio comunale e la fine dell’esperienza, dopo soli 16 mesi, del centro sinistra algherese e del sindaco Stefano Lubrano. Sarà forse una coincidenza questo vento che pare voglia travolgere tutto, una sorta di metafora rappresentativa della forte perturbazione politica che con un un’ultima impennata, ad Alghero, si è portata via con se ogni cosa. Dalle illusioni di una primavera algherese di centro sinistra a quelle di una politica locale realmente nuova fondata sul confronto con la città, costantemente rinnovato sulla base del progetto politico e di governo uscito vincente alle ultime elezioni. In giro ieri, per tutta la giornata, solo bocche cucite, almeno quelle di coloro che in città contano nella politica. Una volta sarebbe bastato passare a Porta Terra, il salotto buono di Alghero, e là avresti potuto sentire ogni campana con tutte le versioni dei perché e dei per come della crisi, come una tribuna elettorale di un tempo di Ugo Zatterin. Ora Porta Terra non ha più il fascino di un tempo ed è divenuto un luogo più di transito che di ritrovo degli algheresi e il suo posto, per il chiacchiericcio ovviamente, è stato preso da facebook. Ma anche là, ieri, più silenzi che voci, a parte le solite tifoserie a scontrarsi come il lunedì dopo una importante partita. Il silenzio è tutto all’interno del centrosinistra, il grande sconfitto di questa vicenda, come se il silenzio servisse ad attutire l’acceso e duro dibattito svoltosi sino all’epilogo dell’altro ieri, che ha visto contrapporsi, l’un contro l’altro armati, i diversi consiglieri comunali della maggioranza all’interno dei propri gruppi. Diviso tre contro cinque il Pd, diviso due contro uno il gruppo di Alguerosa, diviso, uno contro uno, persino C’è un Alghero Migliore che nella coalizione aveva portato una positiva ventata di novità e di valori legati alla trasparenza ed alla gestione dei beni comuni. In questa litigiosità, che qualcuno giudica tutta algherese (memorabili negli anni ’60 i duelli tra due noti avversari politici che si insultavano, via altoparlante, inseguendosi per la città con le rispettive autovetture), si è passati dall’iniziale fioretto alla clava, con il sindaco che anziché mediare i conflitti nei gruppi politici, di cui era stato la causa scatenante, li ha invece alimentati sino all’ultimo, portando la situazione in un vicolo cieco. La crisi è nata e si è infatti consumata, checché se ne dica, intorno alla figura del sindaco Stefano Lubrano. Messo in minoranza in Consiglio comunale per non aver non solo realizzato ma neanche avviato ad esecuzione alcuno degli importanti punti del programma che aveva presentato agli elettori, non ha risposto nell’aula consiliare a nessuno degli appunti che parti importanti della sua stessa maggioranza gli avevano rivolto. Ne é venuta fuori una commedia surreale in cui i personaggi parlano fra di loro alzando i toni sino ad urlare ma non si ascoltano per nulla tanto diversi sono i loro linguaggi. In questa commedia il più grande sostenitore del sindaco ha finito addirittura per disconoscerlo chiedendo scusa alla città per averlo proposto, ottenendo come risposta, l’accusa di “inciucio”. Le divisioni all’interno dei gruppi di maggioranza sono infine esplose irrimediabilmente e c’è chi sostiene che a ciò abbiano contribuito non poco le mire, per le prossime elezioni regionali, di alcuni dei big della politica algherese. Nel frattempo Alghero, ultimo tra gli ultimi dei comuni più popolosi della Sardegna, non ha ancora il bilancio per quest’anno e l’ex sindaco Lubrano darà le chiavi di S. Anna – così ad Alghero viene indicata la sede comunale – al commissario regionale in arrivo (si rifarà, all’inverso, la cerimonia di sedici mesi or sono!) senza aver bandito la gara per il nuovo sistema di ritiro dei rifiuti, senza aver affrontato concretamente quello della “marea gialla” proveniente dallo stagno del Calich e, fatto assai grave, senza neanche aver abbozzato, nei sedici mesi del suo governo, almeno le linee del nuovo Puc. Per citare alcune degli importanti appuntamenti mancati di questa “legislatura” appena conclusa. Tra qualche giorno o forse tra qualche ora il maestrale ad Alghero sarà calato di intensità sino a scemare del tutto. Sarà quello il momento per il centro sinistra per le opportune riflessioni. Saranno necessarie perché mai tanti errori furono commessi da una classe politica in un lasso di tempo così breve e non sarà facile, per questo, recuperare. Sarà questo il motivo conduttore della vita politica algherese dei prossimi mesi. |
“io l’avevo detto”. Carlo Mannoni è un signore e non lo dice ma lo dico io per lui.
è difficile non rimanere affascinati dall’eleganza del fraseggio e dalla densità dei contenuti presenti nei contributi di Carlo Mannoni; tutto ciò promana da una profonda cultura che il “nostro” ha maturato in anni di studio indefesso e di onesta attività pubblico-amministrativa. Il mio parere in merito alla vicenda è che tutti coloro che si fregiano di una sigla politica, in ambito locale ,dovrebbero essere invitati a un ritiro dalla scena senza la concessione del l’onore delle armi. L’homo politicus si connota soprattutto per la forza coesiva, finalizzata al perseguimento del bene collettivo, non per quella distruttiva, da riservarsi alle diatribe domestiche.Il futuro potrebbe essere rappresentato da un gruppo di probiviri, che al di là del proprio credo politico e religioso, decida una volta per tutte di dedicarsi con impegno a questa bella cittadina, martoriata negli anni da scelte improprie e miopi, dettate più da interessi di parte che da una analisi approfondita dei contesti
A me basterebbe che siano probi, del “viri” mi importa poco.