Metti una sera alle Terme di Diocleziano [di Franco Masala]

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Un cielo meravigliosamente azzurro di una tiepida serata di mezzo aprile è il viatico migliore per la visione di rovine così grandiose e imponenti che si dimentica anche l’eventuale mancanza di coperture al di sopra dei muri poderosi.

Sono le Terme di Diocleziano, oggi inglobate nel Museo Nazionale Romano, a ridosso della maestosa basilica di S. Maria degli Angeli dove hanno messo mano Michelangelo e Luigi Vanvitelli. Alcune sale del museo sono state riaperte il 23 settembre 2014 in occasione del bimillenario della nascita di Augusto e si presentano al visitatore in tutta la loro magnificenza.

Nei grandi spazi trovano posto, senza perdersi, le più recenti scoperte scultoree o suggestivi ritratti già nei depositi, sarcofagi strigilati o con figure, un grandioso mosaico pavimentale. Non meno suggestiva è la sistemazione di ciò che rimane della natatio, la enorme piscina scoperta che rivela ancora parte della pavimentazione originale e dello spesso intonaco dell’impermeabilizzazione. Un filmato con la ricostruzione in digitale, proiettato in una sala vicina, consente di capire ancor più efficacemente ciò che incuria e sovrapposizioni successive hanno fatto perdere.

Il luogo della piscina, infatti, è parzialmente ricoperto da un chiostro appartenuto ai Certosini dal secolo XVI in poi, oggi felicemente restaurato, con perfette e regolari volte che si sviluppano lungo un perimetro quadrato, ulteriormente amplificato nel secondo chiostro, ispirato se non progettato da Michelangelo dove sfilano altri reperti scultorei antichi, completati dalla serie di teste animali di grandi dimensioni al centro del cortile.

Insomma un viaggio nel tempo passato che convive con la contemporaneità nell’antistante piazza Esedra (in realtà piazza della Repubblica). E proprio questo fa riflettere su una Roma che, nonostante il degrado di certe parti intorno alla stazione Termini e non solo, conserva ancora quella “grande bellezza” che affascina chiunque la contempli.

Così che il XIX congresso nazionale del FAI (Fondo Ambiente Italia) Per sempre, per tutti con l’interessante sottotitolo che recita Spunti e proposte per una politica più umana dei beni culturali ha affrontato, nei giorni scorsi, l’importanza di un patrimonio diffuso in tutto il Paese, mettendo in evidenza che, forse, proprio l’attenzione verso queste risorse ci salverà.

 

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