L’etica dei “guarda pupilli” [di .Rafaele Deidda]

bastione

Nel web circola da giorni una battuta satirica: Moody’s avrebbe proposto di ridurre il rating della ministra Cancellieri da Guardasigilli a guarda pupilli. La satira è una risorsa di sopravvivenza per gli italiani che, annichiliti dalla crisi, dalla caduta dei principi morali e dalla politica sempre più espressione di potere, riescono a sorridere delle italiche meschinità. Consapevoli che quelli che nell’educazione normale sono difetti e disvalori, in politica sono pregi e valori. Testimoni di come il limite della dignità e della coerenza sposta la soglia del pudore e della vergogna. Osservatori di come nella politica conti il vincere e il sovrastare con ogni mezzo.

Da qui il passo breve: privilegiare qualcuno a discapito di altri, convinti dell’appropriatezza del proprio agire. Quella della Cancellieri, con le assicurazioni alla famiglia sulla scarcerazione di Giulia Ligresti, non può apparire una condotta appropriata e degna di un ministro, peraltro della Giustizia. E non possono valere le ragioni di amicizia, di affetto, di vicinanza nei confronti di una detenuta che è “eccellente”. Anche se la ministra ha riferito al Senato di essere un’amica da molti anni, rimarcando però che: “In nessun modo la mia carriera è stata influenzata da rapporti personali con questi o con altri”. Oggi l’ex Prefetto di Genova ed ex Commissario prefettizio di Bologna è suo malgrado accostata alla vicenda Ruby, ed alle telefonata in questura di Berlusconi. Tanto da far scrivere a Vittorio Feltri, direttore de “Il Giornale”,“In Italia i famosi due pesi e due misure sono una pratica consolidata. Non si può sostenere che con il ministro si sia esagerato in indulgenza, ma è obbligatorio concludere che, viceversa, con il Cavaliere si è esagerato in crudeltà”. La solidarietà alla ministra del Pd appare mirata ad evitare che la bufera in cui è finita faccia definitivamente affondare la barca delle larghe intese, da sempre in navigazione a rischio.

Cose da politica nazionale, non proprio alta. Con i vertici dei partiti di governo solidali con il Guardasigilli. Alfieri della stabilità. E’ irrilevante il ruolo di guarda pupilli della ministra verso Giulia Ligresti? E’slegato da quello di Salvatore Ligresti, generoso datore di lavoro di Piergiorgio Peluso, figlio della ministra, liquidato con 3,6 milioni di euro dopo un anno di lavoro in Fondiaria? Quasi tutti i partiti, ad eccezione del M5S, sostengono che tale vicenda non mette in discussione l’immagine di una donna con una carriera impeccabile. Torna, fatalmente, il leitmotiv del così fan tutti. Perché la ministra della Giustizia avrebbe dovuto fare diversamente?

Già, perché pupilli da guardare ne hanno tutti, anche quando non si tratta di figli, propri o degli amici. Possono essere soci in affari, compagni di partito, di corrente o di loggia e raramente vengono presentate richieste di dimissioni nei confronti di un presidente di Regione, di Provincia, di un assessore, di un segretario di partito. Perché si tratta spesso di favori “innocenti” fatti nell’ambito di un’apparente legalità non trattandosi di tirar fuori gli amici dal carcere. Spesso i pupilli sono stagionati. Politici di lungo e di lunghissimo corso che, non rieletti, sono casi umani. Specialmente se non hanno mai avuto un lavoro, di quelli veri per portare a casa una retribuzione che spesso è sufficiente per vivere. E allora ecco i ripescaggi dei “trombati” in barba ad elezioni primarie “democratiche”. Ecco le nomine in Enti, Consigli di Amministrazione di aziende pubbliche, in banche e fondazioni bancarie. In confronto, il caso Cancellieri è quasi da Libro Cuore.

Sempre nella logica del così fan tutti, perché i consiglieri della Regione Sardegna non avrebbero dovuto utilizzare per fini privati i fondi dei gruppi consiliari, in considerazione che anche in altre regioni d’Italia vigeva lo stesso andazzo? Accade quando la politica è disgiunta dall’etica.

Max Weber insegna che l’etica del politico è soprattutto l’etica della responsabilità, quella che si ha nei confronti dei cittadini e del corpo politico. Ma chi glielo spiega ai tanti piccoli politici nazionali, regionali, provinciali e comunali, perpetuamente eletti o nominati, che non conta il fatto che essi si sentano sereni con la propria coscienza ma conta la gravità del fatto di aver compromesso agli occhi dei cittadini,  irrimediabilmente, il compito che gli era stato assegnato?

2 Comments

  1. Franco

    Perché il mio (ex) partito, il PD, non dice le stesse cose che dite voi?

  2. Mario Sau

    Tutto vero e condivisibile. Tutti coloro che leggono con la necessaria serietà questo articolo restano al pari soddisfatti delle evidenze esposte e amareggiati per la diffusione nefasta di queste stesse evidenze. Ma gli autori delle azioni descritte non solo ignorano Weber (nel senso che guardano altrove) ma ormai in una mutazione irreversibile del sistema hanno trasformato l’etica della responsabilità in regolazione della responsabilità in cui soggetti e circostanze ne determinano la modulazione. Il ministro guarda pupilli (ironica e tragica la definizione) modula le proprie responsabilità e l’etica che dovrebbe indirizzarle. ..Continuare grazie!

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