I volontari e la sete di cultura [di Maria Antonietta Mongiu]

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L’Unione Sarda 06/05/2015. La città in pillole. Investire in conoscenza è l’unica certezza di crescita e futuro.

Stiamo assistendo ad un bisogno a lungo inespresso quanto insopprimibile di bellezza da cui in Sardegna ogni cittadino – al netto dei focolai di inquinamento – è circondato a 360° e che vede in Cagliari una felice sintesi. Pezzi sorprendenti di comunità, regionale e cittadina, sono i protagonisti con la pioggia e con il sole. Un esempio di civiltà che merita approfondimenti che siano bussola per i decisori.

Ne sono promotori gli stessi cittadini che organizzati in associazioni provvedono, in forme volontarie, ad agire l’art. 9 della Costituzione: “La Repubblica promuove lo sviluppo della cultura e della ricerca scientifica e tecnica. Tutela e valorizza il patrimonio storico e artistico della nazione”. Quanto sta accedendo è il miglior modo di essere repubblica.

Dove celebrare i 100 anni della prima guerra mondiale in cui, tra tanti, i ragazzi del 99 andarono a morire di là dal mare che attraversavano per la prima volta? Dove ricordare i 70 anni della Resistenza? Dove abitare quella che è la Costituzione più bella del mondo?

Tra i possibili luoghi uno – insegretito fino a qualche mese fa – è comune denominatore. E’ la cella n 25 – Reparto Destro– del carcere di Buoncammino dove il capitano della Brigata Sassari Emilio Lussu “soggiornò” per quei valori di libertà contro il Fascismo che lasciò in eredità come costituente.

La libertà sembra scontata finchè, per qualsiasi ragione, non la si perde. Lo ha detto una bambina di 10 anni della scuola santa Caterina ad un gruppo di adulti che in quel momento credo, come me, hanno pensato che investire in cultura e conoscenza è l’unica certezza di futuro e di crescita economico-sociale.

E’ la lezione di un’azione di pedagogia sociale agita attraverso lo straordinario patrimonio storico della città.

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