Mariedda si è innamorata [di Annalisa Diaz]

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Il racconto fa parte di Piccole storie recluse racconti scritti da donne e letti durante il Seminario Michel Foucault: Istituzioni totali e comunità ospitanti all’interno dell’iniziativa Il primo miglio organizzata da FAI Sardegna per la riapertura dell’ex Carcere di Buoncammino il 2 e 3 maggio.

Non si poteva definire una ragazza avvenente Mariedda, era bassa, tarchiata con una folta peluria sulle labbra.
Camminava sempre a capo chino avvolta nella sua fardetta e con il mucarore calato sugli occhi.
Viveva in uno stazzo e il suo lavoro consisteva nell’accudire gli animali da cortile: galline, conigli, il maiale e alcune capre.
Arrivò anche per lei il giorno del matrimonio.
La mandarono sposa ad un uomo che non conosceva ma anche lui andava accudito; bisognava fargli trovare i pasti pronti, lavare i suoi abiti e naturalmente rigovernare la casa.
L’acqua corrente non c’era e tutte le mattine era necessario andare alla fonte per fare la provvista e poi al fiume per lavare la roba.
Mariedda non era contenta.
L’unico momento della giornata in cui si sentiva meno triste era quando portava al pascolo le capre. Poteva correre fermarsi al ruscello per rinfrescarsi e, forse sognare.
Un giorno, mentre era al pascolo, incontrò un uomo, anche lui con il suo gregge.
Lui la guardò a lungo e Mariedda sentì che quello sguardo le avrebbe cambiato la vita.
Il suo corpo subì uno scossone e per lei rincontrare quell’uomo diventò una ossessione. Spiava il percorso del suo pascolo e lo seguiva scoprendo che anche lui faceva di tutto per incontrarla.
E presto arrivò il momento, lui le venne vicino, in silenzio, l’abbracciò e la trascinò sull’erba.
Mariedda non era stata mai tanto felice.
Da quel giorno l’unico pensiero era trovare i momenti per stare con lui senza farsi scoprire. Sapeva quanto era rischioso che qualcuno conoscesse il suo segreto.
E infatti non passò molto tempo che la voce “Mariedda si è innamorata” passò di bocca in bocca.
Anche il marito venne informato e per Mariedda iniziò il tormento.
Doveva trovare il modo di vivere la sua vita.
Non c’era che liberarsi del marito.
Propose la sua idea a quello che era diventato il suo amante e lui, miserabile, le disse di essere disponibile ma voleva essere pagato.
Mariedda non aveva soldi e a quel punto si convinse che doveva fare tutto da sola.
Il marito ormai la spiava e un giorno la incontrò vicino al fiume.
Mariedda lo allontanò prima con degli spintoni poi raccolse una pietra e lo colpì una volta due, tre, lui cadde a terra e a quel punto fu un attimo, raccolse un grosso masso e lo colpì alla testa.
Era finita , anche la sua vita.
Condannata all’ergastolo lo incontrata a Buon Cammino.
Non parlava con nessuno sempre avvolta nella sua fardetta e con il mucarore che le copriva gli occhi.

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