Cantare insieme allunga la vita [di Luigi Sotgiu]
Cantare in coro allunga la vita, riduce lo stress e ha per l’organismo umano gli stessi benefici di una lunga seduta di yoga. Sono cose che chi canta abitualmente intuiva da tempo ma ora sono state scientificamente provate da una ricerca dell’università di Goteborg, Svezia. Cantare insieme produce un effetto calmante molto simile a quello dello yoga, dovuto al controllo della respirazione che il canto richiede. La Yale University, a sua volta, ha svolto una ricerca nel Connecticut, dimostrando che nelle cittadine che avevano un coro l’età media della popolazione era sensibilmente più alta. E’ provato, inoltre, uno stretto legame tra l’abitudine a cantare insieme e la coesione dei cittadini di un Paese. Dove si canta molto, come in Irlanda e in Inghilterra, l’identità nazionale è molto forte, dove lo si fa poco e male, come in Italia, prevalgono gli interessi individuali. Detto per inciso forse, i sovranisti in Sardegna dovrebbero occuparsi più di questo aspetto, identificare un “inno nazionale” riconosciuto da tutti e cantarlo insieme in tutte le occasioni importanti. Nel settore musicale e corale le associazioni culturali svolgono un compito importantissimo ma vivono una fase di grande difficoltà: i contributi pubblici diminuiscono in continuazione e arrivano pure in grave ritardo. In un quadro pure difficile a Cagliari esiste un’associazione musicale corale che organizza un centinaio di coristi, dai 3 agli 80 anni di età, che non si rassegna all’esistente, non si piange addosso ma cerca comunque una strada per realizzare i propri programmi. Studium Canticum compie 20 anni e li vuole festeggiare con un programma ambizioso, dal titolo Omaggio a Bach, che si svolgerà nei prossimi mesi. Ormai bisogna trovare strade alternative di finanziamento: per realizzare il festival Spettacolo Aperto del 2014 i coristi di Studium Canticum hanno messo mano al proprio portafogli, nei limiti delle possibilità di ciascuno, e sono riusciti ad anticipare l’equivalente del contributo che è stato appena liquidato. Non si possono spremere sempre gli stessi limoni e quindi, quest’anno, è stata inventata la “Lotteria del Ventennale”: ricchi premi offerti da generosi sponsor, biglietti dal prezzo popolare di due euro e tanto lavoro volontario per vendere molti biglietti e raggiungere la somma necessaria all’autofinanziamento. Tenetevi tutti pronti: se avete un amico di Studium Canticum sappiate che gira sempre con il blocchetto dei biglietti della lotteria e quindi aspettatevi la fatidica domanda :”Quanti biglietti mi compri?”. Siate generosi, la musica corale fa vivere meglio chi la esegue e aiuta a costruire un mondo migliore per tutti.
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