Storie agli Ammassi… racconti del filo [di Federica Vacca]
Sabato 30 Maggio alle ore 18.00, sarà inaugurata presso la meravigliosa Sala degli Amassi di Citerna (PG), la mostra personale della fiber artist Tiziana Contu “Storie agli Ammassi…i racconti del filo”. Una sperimentazione ricercata che vuole conservare, rievocare e ripercorrere geografie emozionali che si intrecciano e aggrovigliano attraverso il filo. Una dimensione poetica fatta di equilibri instabili e delicati che partendo dal filo coinvolgono lo spettatore nel percorso della mostra. Nelle opere dell’artista sarda, il filo si ritorce e si annoda a tal punto da esprimere sensazioni, creare intrecci, figure, alfabeti illeggibili e metaforiche evocazioni. Il filo è il testo ma è anche la scrittura di un diario silenzioso. Il filo come materia intricata e ingarbugliata, che testimonia memoria, vissuto ed esperienza, ma che racconta storie meravigliose. Il filo che descrive paesaggi suggestivi come storie emozionali. Come conduttore di memorie, come discorso che si attorciglia in trame e racconti. Come archetipo stesso della narrazione. Fili d’artista, di lana, di cotone, di ferro e di rame che come matasse evanescenti e impalpabili prendono forma da un pensiero creativo. Ora prepotenti, sottili e irriverenti ma delicatamente fragili e sognanti si muovono nello spazio che conduce all’anima dell’artista stessa. L’arte di Tiziana Contu ha la capacità di rivelare ciò che spesso si cela dietro un intreccio, facendo trapelare l’invisibile nel visibile, l’emozione nella materia. Partendo dai fili riempie lo spazio circostante con una raffinata sensibilità di forme, materiali e colori descrivendo il processo espressivo in cui ogni dettaglio prende forma dalla mutazione di quello precedente in un perfetto disordine emotivo. Si creano veri e proprio ricami di materia, che non partono solo da un filo che si intreccia, ma da una superficie che si decostruisce e ricostruisce. Il visitatore viene invitato a penetrare gli spazi, definirli, scegliere dove finisce e inizia un’immagine, quindi letteralmente “leggere fra le righe del racconto”. Gli spazi vuoti acquistano importanza come quelli pieni: si crea una dualità, uno spazio negativo ed uno positivo, che alternandosi danno vita alla narrazione di un processo nel suo divenire, una struttura che definisce uno spazio. Tante piccole wunderkammer come mondi meravigliosi, che raccolgono ricordi e racconti di antichi rituali rievocando una dimensione a metà strada tra la memoria di un tempo passato e la contemporaneità di un presente frenetico che rimane attonito e sognante di fronte a questi delicati ammassi di fili. Storie agli Ammassi…i racconti del filo
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