Quelli della playstation e gli altri [di Raffaele Deidda]
L’ex direttore del Corriere della Sera Ferruccio De Bortoli, all’indomani delle amministrative, ha lanciato un tweet al vetriolo: “Elezioni 2015, alcuni commenti pd ai risultati sembrano condizionati da un voto letto alla Playstation“. Si riferiva alla foto con Matteo Renzi e il presidente del Pd Matteo Orfini mentre, maneggiando i joystick di una playstation, giocano a Pro Evolution Soccer, uno dei videogame di calcio più diffusi, in attesa dei risultati elettorali. A commento della foto, ormai virale, l’ironia della rete fa dire a Renzi: “Ho vinto 5 a 2” e a Orfini: “Il goal di De Luca era fuori gioco”. In realtà Renzi ha detto “Abbiamo vinto 5 a 2” (un plurale maiestatis?). Orfini, senza citare De Luca, ha commentato: “La Campania chiude un ciclo molto positivo per noi nel Mezzogiorno.” La vittoria di De Luca, fuori gioco in quanto impresentabile per la Commissione Antimafia presieduta da Rosy Bindi, ha alleviato i dispiaceri prodotti al Pd (non a tutto) dal voto in Liguria dove ha vinto il berlusconiano Toti e del Veneto, dove il leghista Zaia ha doppiato la candidata del Pd , la ladylike Alessandra Moretti. De Bortoli ha qualche ragione se il 5 a 2 di Renzi viene letto con dati più splittati. Il primo è che ha votato poco più del 50% degli elettori. Il secondo è che rispetto alle precedenti elezioni Regionali, l’affluenza alle urne registra un calo medio del 10%. Un dato di cui sarebbero responsabili le liti, secondo il presidente della Repubblica Mattarella. In realtà c’è stata una campagna elettorale caratterizzata da faide e guerre. Prendendo in considerazione le regioni dove il Pd è stato sconfitto, la situazione non appare rosea. Alle Regionali del 2015 in Liguria il Pd prese 140.000 voti. Nel 2010, 220.000; alle Europee del 2014, 320.000. In Veneto alle Regionali del 2015, 271.000; nel 2010 furono 456.000. Alle Europee i voti per il Pd erano stati 900.000: fu eletta parlamentare europea Alessandra Moretti. Si spiegano così il tweet di De Bortoli e quel 5 a 2 presentato da Renzi come un ottimo risultato, ininfluente nella tenuta del Governo. Difficile per il premier-segretario riconoscere che il Partito della Nazione, che avrebbe dovuto raccogliere massicci consensi, non ha prodotto i risultati sperati come pure il processo di rottamazione che avrebbe dovuto sostituire le cariatidi con giovani amministratori, tutti di fede renziana. De Luca non è un giovane amministratore. Non lo sono Emiliano in Puglia e molti del Pd che hanno importanti incarichi. In Sardegna si sono dichiarati renziani tra i tanti il Presidente della Regione, il Segretario regionale del Pd, il Sottosegretario dei Beni Culturali. Dov’é la rivoluzione giovane di Renzi? Dov’é la conclamata nuova moralità che la rivoluzione renziana doveva apportare se il Pd prima vota un codice di autoregolamentazione che vieta la candidabilità di chi è stato condannato e poi, quando è applicato, accusa la Commissione competente di sporchi giochi politici? E’ questa la nazione dove la legge è sovrana e dove vanno al governo i migliori? L’Italia sembra, invece, un Paese sempre più diviso fra coloro che soffrono nel constatare il persistere di una politica opportunista e corrotta e coloro che se ne fregano e sostengono politici impudenti. Poi, ci sono quelli della playstation. |