San Saturnino tra fede e potere [di Maria Antonietta Mongiu]
L’Unione Sarda 10/06/2015.La città in pillole. Il biografo di Fulgenzio nel VI secolo cita l’esistenza della basilica. A Cagliari il sostrato inerisce, tra IV e XIII, nelle trasformazioni della città compatta e del suburbio. Il peso differisce a seconda delle geografie, interdipendenti con gli etnici al potere; con vie d’acqua e approdi, in quelle fasi, più rilevanti delle vie di terra; con la destinazione dei colli. Le manomissioni si ascrivono a tre momenti storico-cronologici coincidenti con le vicende della passio di Saturnino, “pianificatore” della forma urbis, a partire naturalmente dalla fase tardo antica. Il primo momento, tra IV/V e VI, è connotato dalla caduta dell’impero e dall’arrivo dei Vandali. Nella città romana si creano vuoti mentre cade la cesura col suburbio. Si ristrutturano manufatti e se ne costruiscono di nuovi, specie durante l’arrivo, soggiorno, rientro in Africa di Fulgenzio, il cui biografo Ferrando cita una basilica titolata a Saturnino e la messa in opera di un monastero. Nel secondo momento, tra VI e VIII/IX, in seguito alla conquista di Bisanzio, la città assume la dimensione castrense con i poteri, amministrativo e militare, unificati. L’ordito urbano è smagliato e nella trama predominano gli habitat rupestri. Liutprando acquista le spoglie di Agostino, prima dell’intensificarsi dei conflitti tra iconodulia e iconoclastia e delle incursioni e sbarchi degli Arabi. Nel terzo momento, tra X/XI e XIII secolo, si affermano sovrani locali che rincorrono l’occidente pur autolegittimandosi con simboli e lingua bizantini. Le Carte in sardo, scritte in caratteri greci, sono abitate da un esplicito evergetismo. La città ruralizzata non dimentica antiche geografie e trabeazioni giuridico/amministrative. I Giudici vorrebbero autogovernarsi e restituire senso urbano a una città/territorio. Garante è sempre Saturnino. Ma sono eterodiretti e litigiosi. Papa, monaci provenzali, Pisa e Genova hanno la meglio. Ut semper! |