Toponomastica femminile: “Donne e lavoro” [di Agnese Onnis]
Negli spazi espositivi del Museo della Centrale Elettrica Montemartini a Roma il giorno 29 maggio 2015 si è inaugurata la mostra Toponomastica femminile: donne e Lavoro, una mostra nata per essere itinerante e in perenne ampliamento. Le ricercatrici dell’Associazione Toponomastica femminile, presenti e attive nel territorio nazionale, hanno fatto pervenire dalle varie regioni il materiale documentario. L’esito prodotto è un racconto storico sul lavoro sociale delle Donne, una vera rassegna corale che spazia dal Nord al Sud, allestita su 72 pannelli corredati da fotografie e testi. L’allestimento espositivo è stato curato dalle organizzatrici romane: la presidente Maria Pia Ercolini, la storica dell’arte Livia Capasso, la fotografa Rosangela Petillo, l’archeologa Astrid D’Eredità, la sociologa Milena Gammaitoni. “Donne e Lavoro” vuole sollecitare una riflessione sull’impegno lavorativo delle donne costantemente presente e in continua evoluzione e sulla contemporanea invisibilità del loro operato. L’assenza di tracce e riconoscimenti femminili sul territorio porta a riproporre stereotipi di genere largamente superati dalla reale dinamica sociale, che vede da tempo le donne protagoniste della vita professionale e pubblica. Attraverso inclusioni ed esclusioni dalla memoria collettiva, anche le targhe stradali – via delle maestre, via delle cernitrici, via delle filatrici – sono in grado di far riemergere storie rimosse e contribuiscono ad aprire gli orizzonti a nuove generazioni alla ricerca di una propria identità. Portando alla luce il vissuto e l’agito delle donne si combattono quindi stereotipi e violenze. Operaie, imprenditrici, artigiane, lavoratrici diverse in luoghi differenti. Un grande lavoro di ricerca sul lavoro delle donne è documentato dai repertori delle immagini di archivio. Collegate dal filo conduttore delle pari opportunità, sono esposte immagini storiche, foto attuali e targhe stradali di donne che da sempre agiscono nell’ombra e in piena luce, davanti ad una metà del mondo che non ha occhi per notarle. I pannelli raccontano sia i lavori tradizionali delle donne, legati alla vita di tutti i giorni, sia i mestieri ormai scomparsi e le professioni intellettuali: scienziate, educatrici e maestre, scrittrici e poete, ma anche ricamatrici, venditrici di fiori, tessitrici, modiste e merlettaie, balie e donne del mare, gelsominaie e portatrici di ardesia, cernitrici, setaiole, lavandaie, sigaraie e tabacchine. Alcuni pannelli riconducono alle professioni un tempo ritenute ‘maschili’: poliziotte e vigili, magistrate, astrofisiche e astronaute, dirigenti di fabbrica; altri a professioni, come quelle delle compositrici e delle pittrici, che pur condivise da tempo raramente appaiono nei manuali. L’arte, sempre presente nel lavoro femminile, viene documentata da un pannello su cui domina l’arazzo VIA MARIA LAI: voluto dal gruppo di Toponomastica femminile e tessuto nel laboratorio di Ulassai è davvero un sentito omaggio all’artista scomparsa. Portiamo la mostra nella nostra isola! * Toponomastica femminile Sardegna
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Via Maria Lai emoziona.
Via Sorelle Coroneo, per me, anche.
Via Sorelle Altara, per me, pure.
Ben vengano per donne che meritano Mostre e Vie.
Bellezza e spazi ampi in Sardegna non mancano.
Volontà vera volendo !