Santi sconosciuti [di Franco Masala]
San Cesello? Chi era costui? e San Camerino? e San Lussorio? chi erano? Si tratta di due giovinetti cagliaritani, martirizzati in tempi molto lontani, e di un santo catturato nei pressi di Porta Cavaña, un tempo all’uscita dal quartiere di Villanova. Pochi sanno che sono raffigurati tutti e tre in un interessante retablo, esposto sull’altar maggiore della chiesa di S. Cesello nella via San Giovanni. Dal 1953 la piccola chiesa cagliaritana, regolarmente aperta, è custodita dalle Suore Adoratrici Perpetue del SS. Sacramento che vivono nell’annesso convento ai piedi del Terrapieno. Chiesa sicuramente poco nota, collocata in un piccolo slargo della lunghissima via e penalizzata da una facciata poco appariscente. In realtà il piccolo edificio risponde ai dettami del tipico oratorio della Controriforma e, quindi, ha una sola, semplicissima navata ricoperta da volta a botte con archi di rinforzo. Ciò che la rende interessante sono il retablo con colonne tortili dorate e almeno due curiosità, sistemate in prossimità dell’ingresso. Innanzi tutto, una bella iscrizione in lingua spagnola, risalente al 1702, che ricorda il patronato sulla chiesa da parte della Confraternita di San Cristoforo formata dagli scaricatori di vino. E infatti la orna un piccolo grappolo inciso su un angolo della lastra, un tempo esposta all’esterno e oggi appoggiata ad una parete interna. La seconda curiosità è un’acquasantiera pensile che contiene una serie di pesci guizzanti dentro una vaschetta ovale. Non sono i soli, e valga il confronto con l’altrettanto curiosa acquasantiera nella chiesa di San Giovanni di Sinis, nei pressi di Tharros, ma proveniente dalla parrocchiale di Nurachi. Lì un solo pesce, perfettamente adagiato sul fondo del bacino circolare, attende soltanto le dita di una mano per l’acqua benedetta. Anna Saiu Deidda ha individuato altri esempi a Iglesias, Villamassargia, Suelli e, per andare fuori dall’isola, a Siena e Roma, probabilmente legati al richiamo simbolico dell’acqua intesa come fonte di purificazione (1979). Come avrebbe scritto il Touring Club di un tempo “merita una visita”. |
Se fosse utile aggiungo una particolarità forse sconosciuta ai più.
Il nome cagliaritano di Cesello, Sesselegu, è diventato cognome Sesselego.
Soprattutto dai Sesselego visita obbligata alla Chiesa di S. Cesello quindi !