Anche la Sardegna nel paradosso di Mouseland [di Raffaele Deidda]
E’ un personaggio poco conosciuto Thomas Clement Douglas, leader del primo governo socialista nell’America del Nord e fondatore di “Medicare”, il sistema medico pubblico in vigore in Canada. Fu lui a raccontare la metafora di Mouseland (paese dei topi), che spiega il paradosso delle democrazie occidentali. A Mouseland vivevano i topi che eleggevano un parlamento e un governo, formati da grandi gatti neri! Strano che topi eleggano un governo di gatti? Niente affatto se anche uomini-topi eleggono governanti-gatti. I gatti facevano ottime leggi per i gatti, ma non per i topi. Una stabiliva che l’ingresso della tana dei topi doveva essere abbastanza grande da permettere ai gatti di infilarci la zampa. Quando i topi non ne poterono più votarono contro i gatti neri ed elessero gatti bianchi, che li avevano convinti, in campagna elettorale che a Mouseland era necessaria una visione più ampia, realizzando tane con ingressi quadrati. Le fecero grandi il doppio, in modo che i gatti potessero infilarvi due zampe! La vita divenne più dura per i topi, che alle successive elezioni votarono contro i gatti bianchi ed elessero nuovamente quelli neri, per poi tornare ai bianchi e di nuovo ai neri. Elessero anche gatti, metà bianchi e metà neri, chiamandoli “coalizione“. Provarono un governo di gatti bianchi con macchie nere che facevano il verso dei topi, ma mangiavano come i gatti. I topi capirono che il problema erano i gatti stessi: facevano il loro interesse. Un giorno un topo disse “Perché continuiamo ad eleggere un governo di gatti e non eleggiamo invece un governo composto da topi?”. Considerato un pericoloso bolscevico, fu arrestato. Douglas concluse che “Quello che voglio ricordarvi è che si può arrestare un topo o un uomo, ma non si può mai arrestare un’idea!”. Una lezione etico-metaforica di politica, di quella che coinvolge uomini, idee e partiti e che rende possibile la vita di un paese. Negli ultimi decenni in Italia, e la Sardegna non fa eccezione, la scienza politica ha subito trasformazioni imprevedibili: destra, centro e sinistra hanno assunto significati relativi e la forza dei numeri prevale sui principi ideali e ideologici. Per dirla con Douglas, ci sono gatti di sinistra e topi che simpatizzano con la destra. Altri gatti, già vicini alla destra, al centro e alla sinistra, si propongono come forza altra con la missione di fare gli interessi dei topi bistrattati! E’ un processo cui è difficile assegnargli un significato positivo di evoluzione e individuarvi tracce del ”Compromesso Storico”. Difficile capire, almeno per i cittadini, i criteri con cui in Italia si sono insediati gli ultimi governi fino a Matteo Renzi, non parlamentare, succeduto a Enrico Letta, e che non è riuscito a dimostrare che la politica italiana sia un rimedio per risolvere i problemi e le necessità del paese. Non sembra esserci riuscito nella politica sarda Francesco Pigliaru il “topo” onesto, sostenuto dal “gatto” Renzi e da molti “gatti” sardi. In sede di dichiarazioni programmatiche aveva dichiarato: “Ci vorranno ancora sacrifici per far ripartire la Sardegna. Ma il primo a doverli fare è il ceto politico, del quale anche io oggi faccio parte. Dobbiamo dimostrare che la politica non arricchisce nessuno, se non di valori”. I sardi continuano a fare sacrifici in una Sardegna disastrata, mentre Pigliaru dichiara di aver vissuto per 15 mesi, con la sua giunta, in “apnea”. Sarebbe utile sapere quali sacrifici hanno finora fatto il ceto politico ed, in particolare, gli assessori regionali già di Cappellacci ed ora “organici” o titolari di consulenze. O i partiti della coalizione di Pigliaru, che forse hanno arricchito di “valori” le sue politiche ma certo hanno anche sistemato nelle strutture politico-amministrative della Regione persone dei loro apparati. Piacerebbe ai sardi poter dire con Douglas “Courage, my friends: It’is not too late to build a better world” (Coraggio amici, non è troppo tardi per costruire un mondo migliore). Piacerebbe pure credere alle parole del presidente Pigliaru che, in chiusura del “conclave” del centrosinistra a Sanluri, ha parlato di : “Speranza e reciproca fiducia. Speranza perché quello che stiamo costruendo per la Sardegna è una nuova narrazione sullo sviluppo”, escludendo la prospettiva di un “rimpasto” in Giunta. Ipotesi forse troppo “gattesca”, almeno in questa fase? Potrebbe forse aprire una crisi e far tornare i gatti neri, per quanto acciaccati siano in questa fase. Ma sempre meno dei gatti bianchi. |