Cagliari: esperienza eccezionale di volontariato [di fratel Beppe Gaido]

Fratel Beppe1

Chaaria è un sogno da realizzare giorno per giorno. Un luogo in cui vorrei che tutti i poveri e gli ammalati venissero accolti e curati. Vorrei poter fare di più per questa gente che non ha nulla e soffre per malattie facilmente curabili, se solo ci fossero i mezzi. Vorrei smetterla di dire “vai altrove perché non possiamo curarti”. Anche perchè andare altrove, qui, vuol dire aggiungere altra fatica, altro sudore, altro dolore per uomini, donne e bambini che hanno già camminato per giorni interi.

E poi, andare dove? Gli ospedali pubblici hanno poche medicine, quelli privati sono troppo costosi. Ecco perché penso, ostinatamente, che il nostro ospedale sia un segno di speranza per questa gente. Non ci sarà tutto ma facciamo il possibile. Anzi, l’impossibile. Quello che mi muove, che ci muove, è la carità, verso l’altro, verso tutti. Nessuno escluso. Gesù ci ha detto di essere presenti nel più piccolo e nel più diseredato. Questo è quello che facciamo, ogni giorno.

Il 23 luglio sono stato invitato ad una serata di beneficienza a favore di Chaaria presso la Villa Devoto Pangher di Cagliari. L’evento era stato preparato in modo magistrale dal “Gruppo Volontari Sardi Karibu Africa Onlus”. La villa che ci ha ospitato ha creato un’atmosfera davvero eccezionale e vagamente “tropicale”: il venticello di Maestrale ha reso la serata fresca e piacevole; i gruppi musicali che hanno animato l’evento hanno suonato musica moderna in modo davvero professionale; il “light dinner a buffet” non era “light” per niente, in quanto moltissimi dei partecipanti hanno cucinato e portato cibo in abbondanza: abbiamo mangiato a crepapelle, ci siamo saziati… ed alla fine un pulmino pieno di alimenti è stato donato alla Caritas diocesana per la mensa dei poveri. La torta poi è stata qualcosa di particolare: non ne avevo mai vista una così grande!

Alla serata sono intervenuti veramente tanti. I biglietti venduti erano 320, e molti altri avrebbero desiderato partecipare, ma non è stato possibile a causa degli spazi disponibili nella Villa, che per altro ci era stata offerta gratuitamente: ho potuto incontrare e salutare quasi tutti i volontari sardi che negli anni hanno lavorato con me a Chaaria; ho avuto l’occasione di conoscere gente nuova che si prepara a partire per il Kenya; ho poi stretto la mano a tantissime persone che in un modo o nell’altro sostengono il sogno che stiamo portando avanti a Chaaria, pur non avendo la possibilità di andarci.

E’ stato bello per me sentirmi a casa, in un ambiente familiare ed amichevole: non posso non citare il fatto che, oltre ai tanti amici sardi, alla serata hanno partecipato anche Nadia Monari, che per l’occasione è volata a Cagliari da Roma; Olga e Radek da Varsavia, i quali invece già erano in Sardegna per il viaggio di nozze. Durante la stupenda serata ho avuto l’occasione di parlare e di esprimere la mia sincera riconoscenza al “Gruppo Volontari Sardi Karibu Africa Onlus” per quanto ha fatto per noi dal 2007 (quando ci siamo conosciuti) fino ad oggi. I progetti che abbiamo portato avanti insieme sono davvero tanti: ne ho citato solo alcuni tra i più importanti.
1) L’adozione a distanza di tutti i nostri ragazzi disabili mentali.
2) Il fondo cassa per la pediatria che ci ha permesso di decurtare il costo dei ricoveri per i bambini.
3) La collaborazione nella raccolta fondi per la sala operatoria.
4) L’ambulanza per la nuova maternità.
5) Tutto il materiale e la strumentazione per la chirurgia ortopedica.
6) Il fluoroscopio ed il lettino chirurgico di trazione per la sala operatoria.

Mi sono quindi soffermato a sottolineare l’importanza del progetto per cui stiamo raccogliendo fondi al momento, e cioè l’acquisto di un sistema centralizzato di concentrazione e distribuzione dell’ossigeno. L’ossigenoterapia è stata per anni un vero problema per Chaaria: compravamo bombole di ossigeno a Meru, ma spesso le strade erano impraticabili, e la disponibilità di ossigeno nel capoluogo era scarsa ed incostante: non era quindi raro avere malati gravi a cui non potevamo offrire ossigeno, a causa delle frequenti interruzioni nella disponibilità del medesimo. Per la stessa ragione, talvolta siamo stati in difficoltà anche per l’anestesia generale in sala operatoria.

Con questo sistema dovremmo arrivare ad una soluzione definitiva del problema.
Ho anche potuto parlare a lungo dei volontari sardi che sono venuti a Chaaria: medici, chirurghi, infermieri, ma anche persone comuni che ci hanno affiancato nel servizio verso i “Buoni Figli”. La caratteristica più importante del volontariato sardo è stata fin dall’inizio la continuità ed il fatto che i volontari in genere non vanno a Chaaria per un’esperienza “una tantum” ma tornano molte volte, diventando così sempre più esperti della nostra struttura e sempre più utili ed indipendenti.

E’ importante notare il fatto che al momento due ginecologhe sarde mi stanno sostituendo in quel settore a Chaaria. Inoltre non ho potuto omettere il fatto che essi sono stati anche i miei formatori, e mi hanno insegnato tanto in vari settori, tra cui eccelle certamente l’ortopedia, dove tutto è nato e cresciuto grazie alla fiducia che il Dr Luciano Cara ha avuto in noi.

La serata è stata anche l’occasione per la vendita di molte copie del libro “Ad un passo dal cuore”, a persone che ancora non lo avevano letto.

E’ stato bello ed emozionante per me il fatto che tutti volevano la mia dedica sul libro appena acquistato. A Cagliari ho sentito tanto affetto ed una grande stima e fiducia da parte di tutti quelli che ho incontrato: sia dei vecchi amici con cui collaboriamo da anni, e sia di altri che per la prima volta sentivano parlare di Chaaria. Con me c’era venuto anche Fr Robert Maina, il quale è al momento residente nella comunità di Torino, ma è stato a Chaaria per molti anni: anche per Robert l’accoglienza è stata superlativa.

Da ultimo, come posso dimenticare il fatto che siamo stati ospitati come dei grandi signori a casa di Francesca e Luciano Cara? Il dr Cara è l’anima ed il motore del gruppo di Cagliari ed a lui va il nostro grazie del tutto speciale. Ma insieme a lui ringraziamo tutti i volontari, i simpatizzanti e tutti coloro che ci hanno sostenuto economicamente nel corso degli anni.
Nessuno di loro è stato inutile perchè “il vino si fa grazie ad ogni singolo acino d’uva”: ecco perchè anche il piccolissimo obolo versato per Chaaria ha in sè un’importanza eccezionale.

*Torinese, religioso della Congregazione dei Fratelli di San Giuseppe Benedetto Cottolengo. Medico specialista in Igiene e Malattie Tropicali. In Africa dal 1997, in Tanzania e in Kenya. Dal 1998 nella missione di Chaaria  dirige l’ospedale ed è il Superiore della Comunità.

 

One Comment

  1. ROSARIA CADELANO

    LEGGERE LA SUA TESTIMONIANZA E’ RESPIRARE FRATERNITA’ CONDIVISIONE CON GLI ECLUSI DEL PIANETA.

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