Alla Sardegna si eviti almeno il ridicolo [di Andrea Sotgiu]
Una parte della Sardegna pensava che il centrosinistra, una volta riconquistata la Regione, avrebbe ripreso il progetto interrotto nel 2009 dalle dimissioni dell’allora presidente della Regione. Ma i progetti come le idee non possono fare a meno delle persone capaci di realizzarli. Man mano che passa il tempo il traguardo e gli obiettivi si allontanano ed è evidente che non sono a portata di questa legislatura che, negli assetti fondamentali, ha tutta l’aria di essere finita. L’analisi, settore per settore, è la cartina di tornasole al di là della bulimia convegnistica, delle autocelebrazioni, di slogan, e di comunicati. E’ significativo il peggioramento del sito della Regione a prova che la confusione tra comunicazione e informazione istituzionale di Cappellacci ha fatto scuola e gli allievi superano, in peggio, i maestri. Veniamo a due fatti recenti per dimostrare che quando l’incompetenza si accompagna all’inconsapevolezza genera persino ilarità, se non fosse una tragedia. Al netto di annunci spumeggianti quanto inconsistenti si scopre che non c’è alcun Piano Energetico Regionale e che persino le Linee guida sono un bluff che se ne infischia anche dei processi partecipativi su cui l’attuale Presidente Pigliaru ha fondato la sua campagna elettorale. Sindacalisti e imprenditori – di cui non si può dire che gufino tanto fanno da stampella alla maggioranza – lamentano inconcludenza e non coinvolgimento. Al loro linguaggio prudente se non timido – nonostante la Sardegna non abbia uno straccio di politica industriale – la risposta è che la giunta le consultazioni le fa on line! Qui dallo spumeggiante si arriva all’incoscienza viste la situazione peggiorata dei sardi e la crisi della rappresentanza. La Sardegna come una repubblica bananera o forse gasiera? Nella sostanza lo stesso. Qualche dossier sulla produzione in eccedenza dell’energia e sui dubbi su reali benefici della metanizzazione non farebbe male. Intanto l’appello al Presidente della Regione, in questo sito, da parte di un professore che sa di cosa parla, e la notizia che la Sardegna è percepita come un eldorado energetico dagli speculatori del sole, del vento, del suolo non paiono scuotere l’attuale giunta che mostra uggia per i fondamenti dell’autonomia, per i metodi della democrazia formale ma anche per quelli della democrazia dal basso di cui gruppi organizzati e comitati sono portatori sani anche nei tribunali amministrativi. C’è stato un tempo in cui quanto la Costituzione recita all’art. 49 “Tutti i cittadini hanno diritto di associarsi liberamente in partiti per concorrere con metodo democratico a determinare la politica nazionale” era pratica corrente che portava alla selezione delle rappresentanze. La crisi dei corpi sociali intermedi ha cooptato decisori improbabili e massimamente incompetenti sui contenuti e nei metodi. Gentile Presidente della Regione già una volta ho scritto che doveva azzerare tutto lasciando perdere questa accozzaglia elettorale in favore di un gruppo assessoriale effettivamente competente e scisso da capi bastone. Altrimenti sarebbe stato più opportuno ridare la parola ai sardi perché, al di là del cicaleccio di alcuni suoi assessori sulle singole materie, preoccupa la complessiva incapacità di governo e la non consapevolezza, nella fattispecie, di un dato incontrovertibile: in Sardegna è in corso un furibondo land grabbing di cui i sardi hanno coscienza. Si assuma responsabilità, almeno Lei, della gravità e, nel frattempo, provi ad evitarci almeno il ridicolo in patria e all’estero. |
C’è un refuso nella frase “in Sardegna è in corso un furibondo land grabbing di cui i sardi hanno coscienza” ?? Oppure la frase doveva essere “di cui i sardi NON HANNO COSCIENZA” ??
A me sembra più giusta, purtroppo, la seconda ipotesi. Ma forse mi sbaglio e Andrea Sotgiu potrebbe chiarire meglio questo suo punto di vista.