Expo 2015 (II) [di Franco Masala]
I “Guardiani del cibo” attendono il visitatore all’ingresso dell’Expo 2015 dal capolinea della MM1 di Rho Fiera. È una schiera di statue ispirate ai dipinti cinquecenteschi di Giuseppe Arcimboldo che – quasi novelli guerrieri di terracotta di notorietà cinese – conducono verso il Decumano, asse centrale dell’esposizione. Opera di Dante Ferretti, pluripremiato scenografo di fama internazionale, come i vari banchi nel “Mercato” disseminati nel percorso, sono stati oggetto di polemiche per i ritardi della realizzazione che non ha risparmiato neppure vari padiglioni. In realtà si tratta di enormi “pupazzi” adorni di frutta e verdura, a metà tra il Kitsch e Disneyland, che per certi versi è una delle cifre distintive dell’Expo o, se si preferisce, uno dei modi di interpretare il tema “Nutrire il Pianeta, Energia per la Vita”. Va da sé che l’alimentazione sia un dato vitale e quotidiano per l’intera popolazione mondiale, ma è anche vero che trascina con sé problematiche complesse. Basti il pensiero doveroso alle centinaia e centinaia di disperati che quotidianamente tentano l’approccio al mondo occidentale (coste italiane in primis) per fuggire da guerre, persecuzioni e fame. Di questi aspetti non vi è traccia all’Expo così come non sono certamente presenti i Paesi d’origine dei profughi. E allora si può fare il gioco del “chi non c’è” e scoprire anche l’assenza dell’India (tra le quinte, evidentemente, la vicenda dei Marò), della Nigeria, il primo Paese per popolazione in Africa, dell’Australia, del Canada e, fatto clamoroso, di tutti i Paesi dell’Europa del Nord. E, francamente, il recupero nei Cluster tematici (spezie, riso, cacao, caffè, frutta e cereali) di Paesi come Ruanda, Gabon, Burundi, Etiopia, Cambogia, Bangladesh sa più di contentino che di reale coinvolgimento, considerato che al di là delle tematiche simili riguardanti le filiere alimentari, in molti di questi piccoli spazi espositivi si vendono oggetti “tipici” come in qualunque fiera. Insomma, luci e ombre, peraltro ampiamente previsti, in un’Expo che accanto a padiglioni di sicuro impatto e di sapienza architettonica, presenta problemi irrisolti o neppure affrontati. E non consola che la presenza del Vaticano sia costata tre milioni di euro come ha documentato il Fatto Quotidiano tanto più che la visita si conclude con la consegna di un’immaginetta del Papa – Non di solo pane Not by bread alone – accompagnata dal biglietto da visita della banca sponsor. Francesco ne sarà informato? *Foto di Franco Masala © luglio 2015 **Primo articolo http://www.sardegnasoprattutto.com/archives/7479 |