L’Ente Foreste custodisce e valorizza, e non distrugge [di Giuseppe Pulina]
A seguito dei recenti articoli di stampa, che hanno posto in dubbio, in termini non corretti, l’azione che l’Ente Foreste sta proponendo attraverso il proprio piano forestale particolareggiato nelle aree del Marganai, l’Istituzione da me condotta vuole precisa pubblicamente quanto segue. Il piano forestale particolareggiato del Marganai è stato predisposto per questo sito così come per buona parte delle altre foreste demaniali gestite dall’Ente. Si ritiene perciò importante illustrare, anche in termini non strettamente tecnici, le attività previste nei vari piani, al fine di fugare qualsiasi dubbio circa la bontà delle azioni che l’Ente Foreste persegue a salvaguardia del bene forestale in questo e in tutti compendi da esso gestiti. In virtù della trasparenza sempre perseguita dall’Ente Foreste della Sardegna, tutta la documentazione, in fase di continuo aggiornamento, è già da lungo tempo consultabile on line nella sezione “Pianificazione Forestale” del sito SardegnaForeste.it appositamente creata. Inoltre, per condividere e discutere le scelte effettuate, l’Ente Foreste ha promosso numerosi incontri partecipativi, tesi a illustrare le attività programmate e recepire i numerosi preziosi consigli sia degli esperti e, soprattutto, di qualunque fruitore di quell’immenso bene che è rappresentato dal bosco. In particolare, per il piano del Marganai l’Ente Foreste si è affidato a un team di esperti (alcune fra le migliori professionalità italiane con curriculum internazionale nel settore) che ha studiato tutte le caratteristiche ecologiche, pedologiche, idrogeologiche e forestali del territorio per giungere fino al dettaglio della singola parcella con la finalità di una gestione sostenibile del bene bosco. Fra tutte le migliaia di parcelle studiate, si è valutato quali fossero suscettibili di una continuazione del governo a ceduo matricinato, praticato nel Marganai per millenni (con tecniche forestali discutibili e senza che tuttavia generasse la scomparsa del bosco). Con il termine ceduo matricinato gli scienziati e i tecnici forestali intendono il perpetuarsi del bosco attraverso la rinnovazione agamica (cioè dai polloni delle piante ceduate = tagliate) e gamica (cioè dalle piante nate dal seme, dette matricine). Nel caso del bosco di Marganai, questo intervento è previsto in appena il 5% della estensione dello stesso, si badi bene nella stesse aree nelle quali si erano già operati tagli decisamente peggiori appena 50 anni fa. Nel restante 95% del bosco di Marganai, sono previsti interventi conservativi e protettivi quali, l’evoluzione naturale del bosco, l’avviamento a fustaia (cioè la creazione di un bosco di alto fusto) i rinfoltimenti (cioè l’aumento del numero di alberi per ettaro) le cure colturali su impianti artificiali (tese a favorire lo sviluppo delle piante) e interventi infrastrutturali (tesi a valorizzare la fruizione del compendio da parte di tutti i cittadini) e di difesa antincendio. Una delle obiezioni mosse al piano è che questo interviene con tagli in una foresta preistorica. In tutto il Marganai (e in quasi tutta la Sardegna) non esiste purtroppo una foresta primordiale: l’unico esempio, peraltro discusso, è la foresta di Montes a Orgosolo, gestita sempre dall’Ente Foreste, con criteri di stretta sostenibilità tesi alla totale salvaguardia ed evoluzione naturale della stessa. Va ricordato, infine, che la legna da ardere e gli altri prodotti derivati, costituiscono senza alcun dubbio il modo più ecologico per produrre calore e energia con l’uso di risorse rinnovabili. Attualmente va inoltre detto che la stragrande maggioranza della legna utilizzata nei nostri camini arriva da oltre Tirreno, certamente non a chilometri zero: eppure la Sardegna è fra le regioni più boscose in Italia. L’importante è quindi valutare – ed è ciò che si sta facendo nel Marganai – la capacità rigenerativa del bosco, e limitare il prelievo alle sole quantità che possono essere rapidamente riformate. Per questo l’intervento di ceduazione non è previsto contemporaneamente su tutta l’area, bensì in parcelle di estensione limitata ove, anno per anno si verificano gli effetti del prelievo con l’impiego dei più moderni metodi della Selvicoltura sistemica che prescrive interventi cauti, costanti e capillari. |