Expo 2015: eccedenze/eccellenze nella “Sardegna endless island” [di Raffaele Deidda]

Endless

Lunedì 14 settembre. “Tutto qui?” la domanda di un visitatore dello stand Sardegna all’Expo 2015 di Milano. Dopo aver visto l’esposizione di campanacci ed essere stato edotto da una hostess sulle caratteristiche dell’elicriso, i cui fiori essicati sono in mostra dietro le vetrine: “Pianta molto presente in Sardegna, conserva il colore dei fiori molto a lungo assieme al suo profumo. Ha molteplici usi in campo farmaceutico e poi viene usata anche come scopa. Ma sicuramente voi sardi ne sapete più di me”. “Io però sono friulana”, azzarda una signora a quel punto informata, dai sardi presenti, sulle ulteriori caratteristiche dell’elicriso.

Sì, la Sardegna all’Expo è tutta lì, in quella insegna Sardegna endless island, provinciale in quel mix italiano e inglese e in quell’espressione del massimo esponente delle nostre istituzioni autonomistiche, riferita ai gruppi folkloristici, “figuranti in costume”. Anticipano e fanno il paio con la modestia dello spazio espositivo e del contenuto. “Perchè questo è uno stand, non un padiglione” ha risposto al perplesso visitatore il ragazzo del desk all’ingresso: “Altre cose sulla Sardegna si possono trovare al padiglione Italia, però sono previste almeno tre ore di fila. Ma almeno il filmato in 3D l’ha visto?”.

Come non vederlo? Era l’unica attrazione dello stand? Un filmato di una manciata di minuti su coste e fondali sardi “a testimoniare una conoscenza sempre più profonda delle dimensioni qualificanti dell’isola senza fine” (sic!). Poi, vuoi mettere poter utilizzare gli occhiali 3D? Roba di altissima tecnologia, che ti dà la sensazione di toccare con mano il muso della cernia che ti viene incontro dallo schermo. Sono immagini, comunica la voce di fondo, che testimoniano la qualità della vita della endless island.

Dal blu senza fine dei fondali sardi allo stand della Sardegna che la Regione chiama, invece, padiglione. Forse per non sfigurare con altre regioni italiane presenti all’Expò con strutture espositive di dimensione e di qualità ben diverse e soprattutto meno improvvisate di quelle della Sardegna.

Quale altro stand..o…padiglione poteva però quel giorno vantare la presenza della Dinamo campione d’Italia a cui è stata data la precedenza (i campioni, si sa, vanno sempre di fretta) nell’accesso alla sala proiezione in 3D? Accanto ai giganti del basket, accostasti con astuzia pubblicitaria (!) ai poveri giganti di mont’e Prama, sembrava scomparire l’assessore regionale del Turismo della Sardegna, coordinatore della trasferta sarda a Milano, modenese ma non diversamente di medio-bassa statura come qualsiasi sardo. Quel giorno la Dinamo e i suoi cestisti sono stati la vera attrazione dell’Expo, stand Sardegna.

Il giorno 16 settembre il sito della Regione ha esultato per le quasi settantamila persone che, dall’inaugurazione, hanno visitato lo spazio Sardegna a Expo 2015. Precisando di aver ricevuto un grande apprezzamento per l’allestimento e per le iniziative della settimana isolana da Alberto Mina (ci mancherebbe visto l’investimento della Regione!), responsabile delle relazioni istituzionali ed esterne di Padiglione Italia: “La Sardegna ha centrato profondamente senso e focus dell’Expo ‘Nutrire il pianeta. Energia per la vita’ e ha sfruttato al meglio lo spazio destinato alle regioni per dare visibilità alla straordinaria qualità della vita dell’isola, declinata nelle sue eccellenze e con una settimana ricca di eventi che hanno coinvolto l’intera Esposizione universale”.

I fortunati visitatori del Padiglione Italia forse potranno concordare con l’apprezzamento di Alberto Mina per il padiglione nella sua interezza. Difficilmente con gli allestimenti della Sardegna e con i suoi roboanti slogans in cui si afferma di aver “declinato in un modo del tutto inedito la promozione delle proprie eccellenze in ambito agroalimentare”. Ancor meno si può concordare con l’assessore Morandi: “Le eccedenze diventano eccellenze”.

Sull’improbabilità dell’esposizione e della partecipazione sono intervenute autorevoli voci comprese quelle di organizzazioni agricole che hanno stigmatizzato il fallimento degli obiettivi a partire dal paradigma di fondo: aver affidato il coordinamento all’assessorato al Turismo confondendo l’Expo con la Bit.

Chi ha visitato solo lo stand “Sardegna endless island” potrà ripensare allo slogan dell’assessore Morandi riferito ai giganti della Dinamo: Le eccedenze (di statura) sono diventate eccellenze (del basket).

Ma chi cura la strategia della Regione Sardegna? Chi la comunicazione? Chi l’informazione? Chi il via vai di assessori/e in trasferta all’Expo? Per fare cosa? Selfies e fotine ad uso propagandistico e personale in un’improbabile Sardegna endless island.

One Comment

  1. Giovanni Cerioni

    Raffaele, io non ho visitato l'”Expo” ma non ho difficoltà a crederti. Molto ben detto. Ciao, Gianni

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