Hanno volti, hanno capelli,
bocche denti pure no, sono un vuoto ridente
tra labbra aperte a incerte risa;
hanno dita e sorrisi e riccioli
hanno una vita piccola
ancora,
e sono clandestini
già in fuga
inseguiti dalle cruente urla delle bombe
dalle laconiche minacce di killer
dalle contorte violenze di idioti guerrieri.
Sono invasori
delle nostre miserie
delle pigre ovvietà dei nostri mali.
Sono clandestini
del poco bene che ci abita
e sussulta
come un terremoto d’amore
dietro uno di loro che gattona,
– coraggioso audace –
contro elmetti e scudi.
Vittoria di D**,
il mite,
il potente,
tenerezza che li compagna.
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