Se l’albero che causò la cacciata dei Progenitori fosse stato un fico d’india (Opunthia Ficus Indica) e non un Melo (Malus Domestica), come avrebbe potuto fare la graziosa e sinuosa Eva a cogliere il frutto del peccato di gola e non solo?!
Lei Eva, per cogliere quel frutto evitando le spine, avrebbe dovuto armarsi di una apposita canna triforcuta ad una estremità.
In Sardegna, quella canna raccoglitrice la chiamano cannuga.
Il fatto è che nell’Eden non c’erano canne.
Avrebbe potuto cavarsela con un guanto da lavoro ma nel Paradiso Terrestre non c’erano guanti.
Se Eva, in un modo o nell’altro, fosse riuscita ad acchiappare un fico d’india, avrebbe dovuto strofinarlo per eliminare le spine. Sulla terra sarda, normalmente, si usa una frasca di macchia mediterranea per liberare quei frutti dagli aculei, ramazzandoli sul terreno. A quel punto, avrebbe potuto sbucciarlo per offrirlo ad Adamo che fin lì si era nutrito solo di carrube.
La storia del mondo avrebbe preso un’altra piega se il frutto di tutti i peccati di gola e non solo fosse stato un fico d’india, con tutti quei semini che si possono ingoiare, volendo.
Anche la storia dell’arte avrebbe preso un’altro corso, nella sua vasta iconografia di rappresentazione dell’Eden e dei Progenitori.
Il fatto è che nell’Eden non c’erano fichi d’india.
Le Americhe non erano ancora state scoperte.
L’altro punto è che tutti i fichi di questa terra sono sostantivi maschili. Il femminile di fichi non è ammesso e, comunque sia, i fichi d’india sono frutti di settembre che in Sardegna è capitanni capodanno.
I Sardi i fichi d’india li chiamano Figu Murisca ma davanti al sostantivo maschile figu gli piazzano l’articolo femminile sa, sa Figu Murisca-la Figu Murisca.
Ogni giardino terrestre è un lembo di paradiso sceso in terra e questo basta.
In ogni caso, anche nell’Eden, tre o quattro mele non fanno un melone.
Io non mi ricordo una natura morta con fichi d’india… e voi?!
Fiori, frutti, ortaggi, strumenti musicali, stoviglie, cesti, vassoi, posate, cacciagione e mai fichi d’india.
Questa è una Natura Morta con fichi d’india, bicchiere e portatovagliolo d’argento. Me la sono fatta io con fichi d’india di Capoterra ma se la cercate nel Museo della Natura Morta di Poggio a Caiano (Prato-Villa Medicea), non la troverete.
Le mele si possono cogliere e mordere al volo, buccia compresa. Con i fichi d’india non si può fare, ci vuole il suo tempo.
Intanto Venere, nel suo giardino privato, guarda l’isola dei fichi d’india e sorride maliziosa, fumando mentre si trucca. Nel suo giardino fiorito di ninfee, non ci sono frutti proibiti ma solo frutti della passione, Passion Fruit.
Nota. Scritto, letto e mangiato in occasione delle Giornate Europee del Patrimonio – Cagliari, settembre 2015, nel giardino di Villa Binaghi, sede della Soprintendenza ai Beni Culturali e Ambientali.
Speciali ringraziamenti a Mariangela Marras e Mirella Decortes.
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