Mi spengo nell’immenso…[di Aldo Lino]

pesci copia

…mi spengo nell’immenso

marasma quotidiano

disperso come incenso

turibolo alla mano

omaggio santi e croci

così vuole accademia

con anche tutti i soci

che non ti danno venia

tu chiedi architettura

per praticar passione

ti danno agricoltura

ma non ce n’è ragione

di coltivare campi

è nobile il mestiere

dà frutti buoni e tanti

ma ecco il mio dovere

di case è costruire

lo devo raccontare

e non ti puoi stupire

i tuoi han da studiare

di case costruzione

perché la casa bella

è bella abitazione

la terra ti è sorella

ma cerchi un’altra donna

ch’e’ dolce ed ospitale

è variopinta in gonna

e non ce n’è di uguale

se brami amar paesaggio

bell’incontaminato

dimentichi il villaggio

che bene ti ha ospitato…

 

…urbana e’ la padrona

benché non sia di razza

di tutto canta e tuona

ogni dì cresce di stazza

accoglie cani e porci

siccome una mondana

un’arte senza cocci

e manco una ventana

ghè pià quaquaraquà

vuol vivere in campagna

lontano da città

città sono una bagna

più bello territorio

paesaggio ambiente sano

città sono mortorio

bisogna andar lontano

vicino alla natura

tu turbi ecosistema

con quell’architettura

sia provvisorio il tema

pur’anche sostenibile

poi dopo non c’è storia

la pensan degradabile

e non riman memoria

di torno se la leva

come una balia asciutta

nessuno la voleva

ma là ci attende frutta

andiam tutti nel bosco

ad abitar natura

così siam tutti a posto

fanculo architettura…

 

…c’è poi sociologia

che pensa al campo nomadi

in quel di maria pia

ci rompe anche le gonadi

vorrebbe li piazzata

l’èquipe ottantaquattro

e fonderia premiata

non essere distratto

se tu ritrovi un sasso

arriva archeologia

illumina il trapasso

lì fan semiologia

col cenno della mano

tu attendi architettura

sei proprio tipo strano

non reggi la statura

e manco lo spessore

di tutta la cultura

che ti fa bene al cuore

e mista la frittura

interdisciplinare

e non il tuo specifico

tu devi praticare

così sarà magnifico

domani il tuo mestiere

al geometra cugino

puoi chiedere il piacere

di farti un progettino

e tu come l’incenso

turibolo alla mano

ti spegni nell’immenso

marasma quotidiano.

 

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