A proposito di Carte di Credito [di Carlo Arthemalle]

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Qualche decennio fa, nel corso di una campagna elettorale per le europee, il Presidente della Regione sarda di allora decise di fare un giro nel nord Italia per visitare i circoli degli emigrati sardi e cercare voti per il suo partito. Accettò, come accompagnatore, un professionista che lui stesso aveva nominato alla guida di un importante ente economico e assieme partirono alla ventura.

Visitarono Torino, Sesto, Rho, altre località canoniche della diaspora isolana e alla fine del giro, alle porte della Brianza, il Presidente si sentì in dovere di ringraziare il suo accompagnatore per il tempo dedicato e l’auto messa a disposizione. L’onorevole restò di stucco nel sentirsi rispondere che quel mezzo non era di proprietà personale : “appartiene all’ente” – disse con orgoglio quel buon amministratore – “ e ho anche disposto una missione in modo che il nostro partito non spenda neppure i soldi per la benzina, i pasti e gli alberghi” …

Il Presidente, che era un uomo dalle furie facili, iniziò a urlare come un ossesso, cercò un telefono pubblico, chiamò un taxi e si fece portare alla stazione più vicina ma, prima di congedare il suo malcapitato interlocutore, gli promise la defenestrazione dall’ente in cui era stato collocato.

E’ difficile raccontare una storia come questa dopo aver attraversato un’era nella quale i Voli di Stato venivano utilizzati per trasportare carichi di escort e di ruffiani, nei giorni in cui finisce in manette il vicepresidente delle Regione Lombardia e il Sindaco di Roma si deve dimettere per uso improprio della carta di credito rilasciata al Comune.

Ma non è male ricordare che in politica sono passati anche personaggi come quel Presidente, uomo non privo di difetti ma con idee chiare sull’utilizzo dei beni demaniali. Quell’uomo si chiamava Mario Melis e l’episodio che ho raccontato è accaduto davvero.

One Comment

  1. Piero

    Una colpa a Mario Melis e a tanti del partito sardo va attribuita: l’aver consegnato il partito e la cassa nelle mani di personaggi senza scrupoli. Anche l’episodio citato fa capire che le persone oneste avevano troppa fiducia in persone alquanto elastiche dal punto di vista della moralità. La china fu intrapresa negli anni sessanta-settanta.

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