Enza Chessa. Il ricordo di una collega scomparsa [di Sergio Vacca]
Siamo stati nel Dipartimento di Scienze della Natura e del Territorio dell’Università di Sassari per circa due anni. Io provenivo dal Dipartimento di Scienze Botaniche, Ecologiche e Geologiche e afferivo alla Facoltà di Scienze Naturali; Enza faceva parte di un gruppo di docenti del Dipartimento di Economia e Sistemi Arborei che aveva voluto lasciare il sistema di Agraria. Al momento della costituzione dei nuovi dipartimenti, voluta dalla cosiddetta legge Gelmini, con le forti pressioni dei vertici universitari, viene creato il dipartimento Scienze della Natura, che viene quindi costituito dai Botanici e Geologi, dagli Zoologia e dagli Agrari. Quaranta era il numero minimo di afferenti deciso dalla norma, quarantasette i componenti del nuovo dipartimento. Personalmente ne ho osteggiato la nascita e – lo confesso – il mio atteggiamento è stato da subito educatamente ostile ai colleghi new entry. Saluto formale con tutti e dialogo ridotto all’essenziale. Salvo che con Enza. La conoscevo da tempo, pur occupandoci di cose diverse, trovavamo sempre argomenti di conversazione di comune interesse. Io parlavo di suoli, della loro diversità biologica e genetica; Enza, dei genomi dei vitigni. Le facevo sempre domande sul vitigno Vernaccia e sulla possibilità di ritrovare le antiche radici di quell’uva, da sempre ritenuta autoctona. E, da milese, spesso spostavo la sua attenzione sugli agrumi e sulla riproposizione delle antiche varietà, ormai quasi scomparse. Poi, mi incuriosivano – da goloso – le sue ricerche sul ficodindia. Ma anche la musica, la letteratura e la politica erano altri, e spesso più importanti, argomenti di conversazione. Sempre affabile nel suo interloquire, pronta ad aprire i files del suo sapere sempre senza supponenza e con la grazia della grande Signora quale è sempre stata. L’unica collega proveniente da Agraria con la quale mantenessi un cordiale rapporto ed un proficuo e piacevole dibattito. La ricordo come una ricercatrice di grande valore; come una didatta sempre attenta ai bisogni degli studenti; come una persona affabile e capace di grande ironia, a partire da se stessa. Addio Enza. |