Mattino di guerra, 4 giorni dopo [di Anne Sinclair]
Le Huffington Post 18/11/2015. La Marsigliese, l’inno nazionale francese, fa venire la pelle d’oca. E questo è stato soprattutto vero ieri, quando è stato intonato a cappella dagli studenti del liceo e dell’università che circondavano Manuel Valls e François Hollande alla Sorbona, dalla folla a Place de la Republique, per piangere i martiri di venerdì scorso, dai parigini che si sono ritrovati privatamente in preghiera al di fuori dei ristoranti, fra i segni dei proiettili, e dai 900 parlamentari riuniti fra le mura dorate di Versailles. Quest’ultimo giorno di lutto nazionale sarà in effetti segnato dalle prime vere misure da stato di guerra. Perché ormai siamo andati oltre l’antiquato ideale del partito di sinistra che, nell’immaginazione della gente, ha per tanto tempo lasciato alla destra la rivendicazione della difesa della sicurezza dei cittadini. Quanto lontani siamo dalla famosa legge Peyrefitte per la “Sicurezza e Libertà“, alla quale si era fatta tanta resistenza prima del 1981! Quanto lontani siamo dalla battaglia che Lionel Jospin ha dovuto fare per manifestare quel genere di coraggio che al partito della sinistra veniva negato! Quanto lontani siamo anche solo da quel noto “senso d’insicurezza” ammesso dallo stesso partito di sinistra, che per tanto tempo aveva trovato arduo fornire una definizione delle minacce all’ordine pubblico! È vero che, in questo tredicesimo giorno di novembre, “la battaglia ha cambiato idea“, come disse Hugo di Waterloo. O più precisamente, del nemico. A turbare i nostri concittadini non è più una delinquenza moderata e irrilevante, quanto piuttosto “l’abominio“, “la rivoltante aggressione“, “gli spregevoli assassini” — prendendo a prestito le parole di François Hollande — che hanno colpito la Francia e stanno minacciando il mondo. Sarà il tempo a dirci se un presidente che proviene dalla sinistra saprà come reagire a tutto questo, senza che la Francia perda i propri valori, e riuscendo a integrare le proposte provenienti dalla destra, perfino dall’estrema destra (l’unità nazionale potrebbe essere d’aiuto?) che fino a non molto tempo fa avrebbero suscitato un putiferio giungendo da un presidente socialista […] ma che oggi paiono più accettabili, per quanto simboliche, dopo la catastrofe del 13 di novembre. Sarà il tempo a dirci se quella di cambiare la Costituzione in preda all’emotività sia una buona idea. Siamo sinceri: quante volte abbiamo preso in giro Nicolas Sarkozy, che sull’onda degli eventi d’attualità andava a cambiare le leggi invece di prestare attenzione ai cambiamenti costituzionali che avrebbero potuto perpetuare situazioni di crisi? Sarà il tempo a dirci se noi, come tutto il resto del pianeta da questo momento in avanti, avremo avuto ragione a rivalutare le nostre priorità in politica estera. Anche qui, siamo sinceri: stiamo appoggiando delle proposte che la destra aveva fatto tanto tempo fa, e alle quali la sinistra s’era opposta con forza. Ciò meriterebbe senza dubbio un periodo di riflessione più lungo della durata di un discorso, o quanto meno, laddove si stabilisca che l’approccio adottato dalla Francia finora sia stato sbagliato, un vero mea culpa. Questo discorso, rumorosamente applaudito, si è dimostrato ciò non di meno all’altezza degli ultimi eventi. Mostrava una certa autorità (all’altezza della reputazione di bravura del presidente), era solido e risoluto (contrariamente a quella solita flessibilità che gli viene spesso imputata). Stamattina poi su France Inter, Manuel Valls ha avuto il compito di pronunciare le parole che François Hollande non ha voluto menzionare: Islam radicale, islamismo, fondamentalismo, incitamento all’odio. La cosa più difficile che resta da fare dopo questo massacro è comprendere che cosa ci stia succedendo, concettualizzare l’odio che ci sta avviluppando, concettualizzare le minacce profonde che incombono sulle nostre democrazie. Sì: alle armi, cittadini. Oggi. Ma che dire del domani? |
Sarebbe meglio cambiare presidente . Ma che hanno fatto i Francesi per meritarsi prima Sarkosy e poi questo mediocrissimo Hollande, che insegue una grandeur politico militare ma poverino non ha saputo tutelare neppure la vita dei propri concittadini, cioè il minimo