Si è ribellato il cielo, alla vergogna precipitata così in fondo da non trovare più condivisione.
A noi, abituati all’impotenza, ha messo in mano la vanga,
ha rinnovato l’atto del dono verso chi è rimasto un corpo, o poco più.
Eccome se ci ha scosso, tutto questo.
L’acqua furiosa, i fiumi ubriachi, le onde della morte.
Alla scelleratezza e alla miseria umana si urla ed a ragione,
ma non saranno rese le vite rubate.
Eppure un senso non possiamo smettere di cercarlo,
reagendo all’avvilimento del dolore.
È il richiamo alla responsabilità
che bandisce l’avido, il pressappochista, il doppiogiochista
dentro e fuori di noi.
Ci avrà reso potenti, la catastrofe,
se tradurrà il disagio in sapienza.
Se sostituirà, al lassismo dei tanti ed ai trucchi di potere dei pochi,
pretese di verità.
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